Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Aspettando la nuova rivoluzione egiziana che passerà dalle donne


"Grande presidente". Così Trump ha definito il suo amichetto, Al Sisi. Nella visita egiziana in America, che segue alla visita del Segretario di Stato americano Mike Pompeo che si è svolta ad inizio anno in Egitto. D'altronde, che i rapporti tra Trump e Al Sisi fossero ottimali lo si sapeva da tempo.  Ed in ogni occasione non fanno che ribadirlo. Che auto contemplarsi. E non deve stupire questa legittimazione che ha Al Sisi dal governo USA visto che la stessa, salvo qualche coro d'eccezione che non è la regola, c'è anche in Europa, dalla Francia, alla Germania, all'Italia, all'Inghilterra. Ma anche dalla Russia alla Cina, all'Arabia Saudita. Al Sisi che ha preso il potere con il colpo di stato del luglio 2013, con la rivoluzione tradita, è una pedina simbolo dell'autoritarismo al potere nel mondo di oggi. Se cade Al Sisi, si metteranno in discussione tutti i sistemi di potere che lo hanno sino ad oggi legittimato. Le rivoluzioni, per riuscire, in quei paesi, necessitano dell'appoggio dell'esercito. Ciò è innegabile. E l'Egitto ha al momento l'esercito più potente d'Africa, uno dei più importanti del mondo.  Basta pensare che l'Egitto riceve più di $ 1 miliardo di aiuti militari statunitensi ogni anno. Una cifra enorme. Non ridotta dall'attuale presidenza americana. I diritti umani oramai trovano il tempo che trovano in Egitto. Un Paese che si appresta ad essere governato da Al Sisi fino al 2034, stante le riforme in fase di ultimazione, passando dalle riforme giudiziarie che vederebbero una forte ingerenza governativa, ai poteri di governo riconosciuti all'esercito. Il cerchio della dittatura si sta chiudendo. Un Paese che probabilmente teme più di altri la reazione delle donne. Al Sisi, ne è consapevole. E non è un caso che  in ogni circostanza deve fare emergere che si sta impegnando per l'emancipazione delle donne, per i diritti delle donne. Riconoscendo in ogni luogo l'importanza delle donne. In un Paese dove se una donna abbraccia in una università uno studente, viene espulsa dall'ateneo, per comportamento immorale.
Ultimo, è l'invito alla figlia di Trump a recarsi in Egitto per l'iniziativa globale per lo sviluppo e la prosperità delle donne (W-GDP), promossa proprio da Ivanka Trump e annunciata dall'Amministrazione Trump all'inizio di febbraio, che mira a raggiungere 50 milioni di donne nei paesi in via di sviluppo entro il 2025, oltre $ 50 milioni sono le risorse per il nuovo fondo W-GDP. E l'Egitto, avrà un ruolo determinante per l'Africa, visto che sarà alla guida dell'Unione africana.  
Se cade quel "grande presidente"che oggi regge l'Egitto,senza alcuna opposizione, perchè criminalizzata e considerata come terroristica, si aprirà un varco di speranza importante in tutto il mondo anche occidentale. E questa rivoluzione sarà possibile proprio a partire dalle donne, che in Egitto come in altri paesi del mondo subiscono gravi discriminazioni, e che presto, alzeranno la testa, per far cadere una delle dittature più temibili di questo secolo, in un Paese dove la povertà è a livelli impressionati, dove l'analfabetismo è a livelli incredibili, e che sperpera palate di soldi per costruire una nuova capitale amministrativa per ricchi, e solo in quel momento, quando ci sarà una nuova rivoluzione governata dalle donne, si potrà vivere e raccontare una storia diversa, e conseguire quella giustizia che in Egitto ad oggi è un miraggio. 
mb

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