Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Da Lodi a Monfalcone, a scuola di esclusione. L'inchiesta di Piazza Pulita che ha scosso l'Italia

La burocrazia può essere uno strumento feroce, feroce soprattutto quando viene utilizzata per escludere, feroce quando città italiane, rischiano di diventare una sorta di zona franca dove il diritto all'Istruzione, all'inclusione, all'integrazione, è esente se non sei italiano doc, italofono. Dalla questione mensa, alla questione tetto per studenti stranieri, che vorrebbe richiamarsi ad una circolare del 2010, che non è atto normativo vincolante e peggiorativa rispetto alla fonte primaria di diritto che al massimo prevederebbe una ripartizione del 50% tra italiani e "stranieri" per classe, il passo è stato breve. Dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, da Lodi a Monfalcone, si è fatta scuola di esclusione. Perchè quando si escludono bambini dalla mensa, si fa esclusione, quando si escludono bambini dalla scuola dell'infanzia, dove il diritto dell'istruzione in linea di principio vige come per la scuola dell'obbligo, si fa esclusione. Si deve dare priorità all'italofono residente. Decine di bambini fuori dalle scuole. Dovevano essere spalmati da Duino a Fossalon, avrebbero forse messo a disposizione anche un bus che sarebbe costato migliaia di euro, ma per quale diamine di ragione si deve essere sradicati dal comune nel quale vivo? I numeri erano noti da tempo. Di soluzioni se ne sarebbero potute adottare diverse a partire dalla questione spazi. Perchè è dalla scuola che si innescano le relazioni sociali per i più piccoli, i compagni di scuola dell'infanzia saranno poi quelli della primaria, delle superiori nella maggior parte dei casi. Magari così facendo anche le famiglie di questi bimbi sarebbero state incentivate poi a trasferirsi in questi comuni, qualcuno lo avrà pur pensato.
Da qualche parte si deve pur iniziare per ridurre le percentuali di "stranieri" in queste città, e si inizia dalla colonna portante di ogni società democratica. La scuola. A scuola di esclusione da Lodi a Monfalcone con un pregevole e potente servizio di  Micaela Farrocco su Piazza Pulita con il quale è stato evidenziato chiaramente ed in modo netto tutto ciò. L'Italia è stata scossa da quanto successo, soprattutto per il caso di Lodi, si è attivata già una colletta nazionale per venire incontro alle famiglie escluse dalla mensa per ragioni di "burocrazia" la stesso scalpore e lo stesso grado di reazione dovrebbe emergere anche per quanto successo a Monfalcone. Se si continuerà di questo passo guardate che presto si arriverà a legalizzare il tetto per stranieri residenti per città. Stiamo ritornando ad essere un Paese a numero chiuso.

Marco Barone











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