Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Chiusura dei negozi nei giorni festivi. Il FVG fa retromarcia rispetto al passato. Approva mozioni per limitare aperture

I grandi centri di distribuzione espongono a bella vista la scritta a caratteri cubitali, aperto di domenica, a significare che non chiudono mai. Il FVG è stata una delle regioni più liberali d'Italia in tal senso. Arrivando a prevedere fino a 29 domeniche di apertura ogni anno a partire dalla legge regionale del 2005. Poi arriverà il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, con Legge n. 214/2011, ed il Governo Monti normerà la liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale.
Che il FVG sia un concentrato di centri commerciali è un fatto notorio. E la provincia di Gorizia ha un primato non certamente positivo in tal senso. E quando i centri commerciali sono aperti non si può impedire alle persone di andare in questi luoghi. Troppi estremi hanno determinato disastri. Si creano città finte, outlet, si svuotano i centri storici veri, sempre più desertici. Ora il FVG ha deciso di invertire marcia. Almeno negli intenti. Approvate due mozioni che dovrebbero impegnare il Governo a regolamentare diversamente quella liberalizzazione selvaggia che non ha certamente fatto bene al Paese. Lo scopo è quello di rimettere la regolamentazione alle regioni, ma questo non significa che ciò possa essere sempre un bene. Ricordando quello che si è detto in premessa, il FVG è stata la regione che ha liberalizzato di più in Italia, ancor prima degli interventi centrali in tal senso. E' una questione di sensibilità e priorità. Le priorità in questo momento devono essere quelle di riuscire a tutelare quel piccolo commercio al dettaglio che è stato demolito dalla globalizzazione selvaggia. Il made in Italy oggi non significa più nulla, così anche tutto il resto come un piccolo e devastante effetto domino.

Marco Barone

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