La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

Fino a quando ci sarà una sola scuola non sicura non siamo degni di definirci un Paese civile

La scuola è una cosa seria. O meglio dovrebbe esserla in un Paese serio. L'Italia è un Paese serio? Sinceramente non lo so. So solo che nella scuola si son spese milioni di parole, centro di gravità permanente della propaganda elettorale che non si ferma mai in Italia, sempre senza soluzione di continuità. Ma lo stato delle nostre scuole lo conosciamo tutti. E la sicurezza delle scuole, dove si costruisce il nostro futuro, non è mai stata effettivamente una priorità degna di nome. D'altronde i problemi della scuola li conosciamo tutti, dalla questione insegnamento tra personale senza laurea che insegna e laureati che non possono insegnare, tra segreterie oberate di lavoro, precarietà costante, dirigenti sempre più manager ma non sempre con le competenze giuste per governare una scuola, con la scuola che rischia di diventare più ammortizzatore sociale che luogo dove costruire le fondamenta del nostro futuro. Ed il futuro che si prospetta è disastroso. Scuole sicure, scuole belle, scuole carine, scuola buona, bollini a destra e sinistra. Nel  2015 veniva comunicato che erano stati censiti 42.292 edifici scolastici , di cui 33.825 risultati attivi, cioè adibiti ad ospitare attività connesse con la vita scolastica. Il 55% risultava essere stato costruito prima del 1976, il 70%  per uso scolastico. Il 70% delle scuole risultava essere in possesso del documento di valutazione del rischio (72%) e di un Piano di emergenza (73%). Dunque il 30 % non lo aveva. E solo il 39% era in possesso del certificato di agibilità/abitabilità.  Dunque il 70% non lo aveva. E ben il 50% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa che rende obbligatorio il certificato di collaudo statico. 
Insomma, ogni giorno si deve pregare a qualche divinità che nel Paese con vulcani attivi, terra in movimento e tanto altro non accada mai niente.
L'interrogativo rimane sempre lo stesso. L'emergenza scuola sicura è già finita? No, perchè le nostre scuole non sono tutte sicure e fino a quando una sola scuola non è sicura non siamo degni di definirci un Paese civile. La sicurezza delle nostre scuole deve essere la priorità totale assoluta. Serve piano strategico nazionale.

Marco Barone 

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