Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Fino a quando ci sarà una sola scuola non sicura non siamo degni di definirci un Paese civile

La scuola è una cosa seria. O meglio dovrebbe esserla in un Paese serio. L'Italia è un Paese serio? Sinceramente non lo so. So solo che nella scuola si son spese milioni di parole, centro di gravità permanente della propaganda elettorale che non si ferma mai in Italia, sempre senza soluzione di continuità. Ma lo stato delle nostre scuole lo conosciamo tutti. E la sicurezza delle scuole, dove si costruisce il nostro futuro, non è mai stata effettivamente una priorità degna di nome. D'altronde i problemi della scuola li conosciamo tutti, dalla questione insegnamento tra personale senza laurea che insegna e laureati che non possono insegnare, tra segreterie oberate di lavoro, precarietà costante, dirigenti sempre più manager ma non sempre con le competenze giuste per governare una scuola, con la scuola che rischia di diventare più ammortizzatore sociale che luogo dove costruire le fondamenta del nostro futuro. Ed il futuro che si prospetta è disastroso. Scuole sicure, scuole belle, scuole carine, scuola buona, bollini a destra e sinistra. Nel  2015 veniva comunicato che erano stati censiti 42.292 edifici scolastici , di cui 33.825 risultati attivi, cioè adibiti ad ospitare attività connesse con la vita scolastica. Il 55% risultava essere stato costruito prima del 1976, il 70%  per uso scolastico. Il 70% delle scuole risultava essere in possesso del documento di valutazione del rischio (72%) e di un Piano di emergenza (73%). Dunque il 30 % non lo aveva. E solo il 39% era in possesso del certificato di agibilità/abitabilità.  Dunque il 70% non lo aveva. E ben il 50% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa che rende obbligatorio il certificato di collaudo statico. 
Insomma, ogni giorno si deve pregare a qualche divinità che nel Paese con vulcani attivi, terra in movimento e tanto altro non accada mai niente.
L'interrogativo rimane sempre lo stesso. L'emergenza scuola sicura è già finita? No, perchè le nostre scuole non sono tutte sicure e fino a quando una sola scuola non è sicura non siamo degni di definirci un Paese civile. La sicurezza delle nostre scuole deve essere la priorità totale assoluta. Serve piano strategico nazionale.

Marco Barone 

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