Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Abbiamo superato i lager, i manicomi ma abbiamo ancora gli zoo e acquari.Chiudiamoli,sono delle bestialità


L'essere umano per sua distorta natura ha sempre combinato disastri. Se ha imprigionato uomini, cosa che si continua a fare, se ha massacrato uomini nei campi di concentramento, racchiuso uomini nei manicomi, per quale motivo non dovrebbe imprigionare animali?  
Da tempi immemori esistono zoo, acquari. Gabbie trasparenti per animali che se liberati probabilmente morirebbero dopo un niente, ma forse meglio una morte da un niente libero che una vita dietro le sbarre per dilettare uomini e donne e bambini inconsapevoli. Se non li vedono allo zoo dove possono vederli gli animali? In TV, si viaggia, con internet, altrimenti, pazienza, potrà l'essere umano sempre farsene una ragione. Ci sono persone che in tutta la loro vita non vedranno mai il mare, si può crescere felici anche se non vedrai dentro una gabbia di un qualsiasi zoo un panda.  Non avevo mai visitato uno zoo prima d'ora, l'ho fatto per scelta. Sapevo cosa avrei trovato, ma volevo vederlo con i miei occhi, incrociare con i miei occhi, gli occhi degli animali, e lo stesso vale anche per gli acquari. Sono rimasto sconcertato e non poteva che essere così. Scimmie, foche e altri animali fare avanti e indietro in modo ripetitivo, ossessivo, ripetendo sempre gli stessi movimenti. Potevi cronometrarli sarebbero stati di un tempismo perfetto. Vedi i loro occhi tristi, perchè sono tristi. Non è una percezione sentimentalista, emotiva, ma quello che si poteva vedere era tristezza e miseria umana. Come tristezza, tanta tristezza, mi facevano alcuni turisti che si divertivano a fotografarli, a prenderli in giro, mentre erano diversi gli sguardi di visitatori con gli occhi lucidi o perplessi, perchè si rendevano conto che gli animali lì, dentro quelle gabbie o simulazioni ridotte della natura, stavano male.
Possono essere ben nutriti, lavati, ben tenuti quanto volete, avere tutto lo spazio di questo mondo, ma gli animali non possono rimanere negli zoo. Non è quella la loro dimensione, non è quello il loro spazio, è innaturale è contro natura. 
Abbiamo superato i campi di concentramento, i manicomi, ma abbiamo ancora gli zoo e gli acquari. Chiudiamo queste bestialità, gli animali imprigionati non sono liberi di essere animali, ma oggetto di dileggio e divertimento per i soliti circhi turistici. In una società che ha sempre maggior consapevolezza in materia di diritti cosa si deve aspettare per arrivare a dire c'erano una volta gli zoo e gli acquari? 

Marco Barone

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