L'Europa la stiamo distruggendo noi!

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In un mondo dove l'Europa potrebbe avere un ruolo decisivo per la salvaguardia della democrazia, in un contesto politico dove gli autoritarismi, le dittature, sembrano essere la normalità e le democrazie quasi un fastidio, invece di diventare un punto di riferimento, è a rischio dissolvimento. Non sono gli USA, i putiniani, i cinesi, a distruggere l'Europa. Lo stiamo facendo noi, da soli. Non siamo nè carne, nè pesce, siamo totalmente allo sbando. L'Europa se si chiede cosa sia, la gente non saprà cosa rispondere, i suoi organismi sono sconosciuti ai più, percepita come entità astratta, anzi, l'Euro è spesso maledetto, forse l'unico beneficio che viene riconosciuto è la caduta dei confini, anche se , vedi ad esempio tra Italia e Slovenia, sono ritornati a modo loro. Insomma, ci siamo sciacquati la bocca all'inverosimile su fatto che l'Europa fosse un soggetto che ha garantito la pace per oltre 70 anni, anche se la guerra in Jugoslavia non è stata considerata...

Se una maestra di Monfacone chiede: "Che senso ha allora parlare di nazione e di Patria?"

"Ci siamo accorte però che nelle nostre sezioni avviene una discriminazione al contrario, viene meno la trasmissione della nostra cultura e dei nostri valori. Che senso ha allora parlare di nazione e di Patria? Ben venga l'integrazione, chi porta una cultura diversa arricchisce tutti ma solo se la nostra identità è forte e rappresentata." Queste  alcune delle parole di una maestra della scuola dell'infanzia di Monfalcone intervenuta, nello spazio lettere del Piccolo di Trieste, sulla questione del tetto per gli studenti stranieri in città. Il testo dell'accordo è noto che ha come obiettivo primario quello di "incentivare le iscrizioni a Monfalcone in particolare da parte delle famiglie italofone". E ci si domanda come è possibile che dei rappresentanti della scuola pubblica abbiano potuto sottoscrivere un simile testo. Il resto che ne deriva, a partire dalle fantomatiche percentuali, alle classi ponte considerate da tanti come classi ghetto sono solo una conseguenza di quello scopo primario. Un concetto incredibile quello di voler incentivare le iscrizioni delle famiglie italofone. Soprattutto per una regione piccola e complessa come il FVG che ha conosciuto e vissuto nel '900 una storia che si è rivelata essere unica, per la sua drammaticità, nel panorama occidentale europeo che dovrebbe aver lasciato qualche minimo insegnamento. Ritornando alla domanda della maestra, che senso ha parlare di patria e nazione? Piacerebbe sinceramente capire quale sia il nesso di patria e nazione con la questione dei bambini stranieri alla scuola dell'infanzia ed i "valori" che andrebbero insegnati nella stessa scuola. Come quello della "nostra" identità. Che dovrebbe essere forte e rappresentata a detta della maestra. Cosa si intende per nostra identità? Cosa si intende per forte? In una regione come quella del Friuli Venezia Giulia, poi? E cosa c'entra tutto ciò con il lavoro alla scuola dell'infanzia?

Marco Barone

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