La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Un 25 aprile sotto il segno delle contestazioni e di malumori diffusi, non deve diventare una festa nazionalista

Lo spirito del 25 aprile nato dai valori della libertà, uguaglianza e fratellanza, è a rischio. A rischio perchè da alcuni anni è in corso una tanto semplice quanto perversa e diabolica operazione, che passando da concetti come quelli di Dio e patria e famiglia, attraverso la concordia fondamentale per la ricostruzione della patria, confusa spesso ed in modo improprio con la Nazione, vuole minare le fondamenta identitarie del 25 aprile e di ciò che globalmente rappresenta.   
Il 25 aprile sta diventando una festa nazionalista? E' questo l'interrogativo che sorge.  
E questa cosa è semplicemente aberrante perchè ha anche lo scopo mica tanto velato di spazzare via l'identità storica della resistenza, internazionalista e quasi nella sua totalità socialista. La resistenza non aveva solo lo scopo di combattere e sconfiggere il nemico malefico nazifascista ma anche l'ordine precostituito per un nuovo ordine sociale, che sapesse contrastare le diseguaglianze ed il capitalismo nella sua ingiustizia più estrema. Solo con il 25 aprile e forse con il primo maggio si sente dire che si è in presenza di feste superate, che vanno riadattate ai nostri tempi, mentre non superate dalla storia non sono e non saranno mai in questo Paese quelle dell'Unità d'Italia, ad esempio. In America non oserebbero mai mettere in discussione il 4 luglio. E si tratta di date che festeggiano eventi mica accaduti solo 73 anni fa. Il 4 luglio risale al 1776, il 17 marzo al 1861.

 Anche nella nostra regione si sono registrate delle situazioni emblematiche con contestazioni e malumori diffusi che non hanno riguardato solo Trieste e il caso unico di Monfalcone, perchè lì non era mai accaduto prima di questo 25 aprile 2018. Bastava essere presenti nei luoghi di alcune cerimonie per capire come il pubblico reagiva a certi discorsi. Non potranno poche pagine complesse dal punto di vista storico, per come estrapolate e/o manipolate consapevolmente o meno, compromettere quell'opera umana, straordinaria, irripetibile e meravigliosa e difficile che è stata nel suo complesso la Resistenza. Il FVG ha gli anticorpi per evitare che certi processi di revisionismo, attuati tramite l'entrismo, o meno, e contrari allo spirito del 25 aprile possano giungere ad ultimazione. I valori reali di libertà, uguaglianza e fratellanza non possono appartenere a tutti, ad esempio non possono appartenere a chi professa razzismo, nazionalismo, perchè semplicemente in antitesi. Anche se a dire il vero di cortocircuiti storici ne abbiamo visti parecchi anche nella nostra regione.

Marco Barone

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