Il potere non è donna, ma ti diranno c'era Cleopatra, c'è la Merkel, c'è stata la Fornero o c'è Christine Madeleine Odette Lagarde direttrice del potente FMI. Ma la realtà è una cosa diversa. Nel 99% dei casi sono le donne a cucinare, ma i mega super chef sono quasi esclusivamente uomini, il quasi è dovuto all'accontentino mediatico per soddisfare quel politicamente corretto radical chic dell'italiota di noialtri. E che dire del calcio? Vetrina del nostro Paese. Dunque sfasciata. Ad oggi sono 23.196 le calciatrici tesserate per la Federcalcio (12.129 le Under 18) e 659 le società registrate, delle quali 64 partecipanti ai campionati nazionali (Serie A e B). Ma non vengono considerate come professioniste ma DILETTANTI con tutte le conseguenze e discriminazioni, perchè di questo trattasi, del caso. Poi, per soddisfare sempre il politicamente corretto dell'italiota radical chic, quando l'Italia è stata sbattuta fuori, meritatamente, dai mondiali, il sistema mediatico si è piombato sulla nazionale femminile per qualche settimana e poi l'oblio totale. Perchè in questo Paese il calcio femminile viene vissuto come un qualcosa di lontano anni luce dal calcio maschile. Sono oltre un milione i tesserati uomini nel calcio, per capire la differenza esponenziale che esiste. Poi, per cercare di essere meno maschilisti in uno sport vetrina per eccellenza del maschilismo italiano, potrai trovare una conduttrice Tv donna, che di calcio magari non capisce niente mandata in mezzo ai "barbari" per imparare i segreti di questo sport diventato lavoro sulla propria pelle e non potrà permettersi di sbagliare perchè verrà travolta dalla furia del calcio maschilista italiota. A qualche conduttrice si è affiancata nel tempo qualche commentatrice che di calcio ne capisce eccome, d'altronde basta recarsi allo stadio, da quello dei dilettanti al più alto livello per capire quanto le donne seguano questo sport e che il calcio non conosce "sessismo" "genere" perchè è di chi lo ama. E se da questo amore per il calcio uscisse fuori un bel calcio alla società maschilista, a partire dalle scuole, non sarebbe mica male, perchè da qualche parte si deve pur partire e partire dal mondo del calcio sarebbe la cosa più giusta nell'Italia rimasta ai tempi di Cesare e Cleopatra e dove se oggi una bambina vuol giocare a calcio deve sentirsi dire una marea di no o di raggiri di parole che porteranno sempre verso quel cafone di no.
Marco Barone
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