La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'Italia è sempre più povera e sempre più poveri con la solita ingiustizia sociale d'altri tempi



 
Da una parte c'è l'Italia di chi racconta un Paese che non c'è, se non nella sua mente, che mente, nella propaganda, nei numeri che servono a dare i numeri, a raggirare, a truffare, che servono al sistema di chi detiene nel Paese che ha conosciuto tanta bellezza ma anche tanta miseria e devastazione affinché possa incrementare ancor di più il suo potere, la sua ricchezza. 
Un misero 1% che detiene come minimo il 20 % della ricchezza intera nazionale. Sconcertante. Ma è così da tempo. Un Paese violentato, depredato, sbeffeggiato. Un Paese dove la povertà culturale ed economica è in costante aumento, e soprattutto visibile. I poveri non sono più invisibili. Li vedi in ogni angolo delle principali città. 
E sono tanti. Tanti. Troppi. Non abbiamo saputo salvaguardare nulla, il capro espiatorio è diventata l'Europa, è diventato lo straniero, il migrante, il diverso, il tuo vicino di casa.
L'Italia è uscita con le ossa rotte dalla "crisi" del 2007 e continua a sprofondare sempre più giù. E ritornano i vecchi metodi, le vecchie ideologie, spacciate come roba da terzo millennio,  ma in realtà si tratta delle solite non soluzioni percepite come semplici, immediate, violente, ordine, disciplina, funzionali al sistema di chi detiene e vede concentrato nelle proprie mani la quasi totalità delle ricchezze e risorse, nella guerra tra "poveri" che in realtà comporterà l'ennesimo impoverimento di chi non ha più nulla da perdere.
Ogni epoca ha avuto i suoi mali e la storia si ripete sempre nello stesso identico modo con la solita ingiustizia sociale d'altri tempi che ritorna e si fa avanti con forza.  Il tutto sotto il segno di uno spirito nefasto, un ricordo senza memoria, si ricorda cosa è stato il passato, un passato esaltato, celebrato, mai ripudiato nella sua pienezza, perchè l'Italia non ha mai fatto i conti con la sua storia e le sue responsabilità. E gli effetti li vediamo, giorno dopo giorno, a partire da quella visibilità della povertà che aumenta come un fiume violento in piena giorno dopo giorno in ogni dimensione, luogo, spazio...
Marco Barone

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