L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

In Italia dicono di ritrovarsi nei "valori"dell'antifascismo, ma hanno "normalizzato"i rapporti con l'Egitto criminale


L'Italia "istituzionale" si è arresa all'Egitto criminale, con il quale i rapporti, continuano come se niente fosse accaduto. I 5 miliardi hanno fatto gola, hanno fatto gola al capitale italiano, al sistema politico italiano, diventato complice con l'Egitto dove avvocati, giornalisti, attivisti, e sospettati di aspirare alla democrazia, alla realizzazione dei diritti umani, spariscono, vengono catturati, sequestrati, torturati, uccisi. Come è successo a Giulio in quel maledetto 25 gennaio del 2016, il cui corpo verrà ritrovato il 3 febbraio. Abbandonato. Ma Giulio non è mai stato abbandonato per un solo secondo dalla sua famiglia, dalla comunità planetaria che si è stretta intorno alla sua famiglia, comprendendo il senso dell'atrocità che si è realizzata nella terra nota per le sue piramidi e da quel giorno, anche per le violazioni dei diritti umani, in pieno stile nazifascista.
Molti nell'Italia repubblicana che hanno ruoli politici e di rappresentanza di rilievo, dicono, a parole, di ritrovarsi nei valori dell'antifascismo. Ulteriore oltraggio alla resistenza, alla nostra Costituzione ed a quella questione morale che in Italia non esiste più se non per pochi dal momento in cui, ad esempio, si relazionano come se niente fosse con l'Egitto criminale, su tutti i livelli, da quelli accademici, a quelli culturali, da quelli scientifici a quelli economici.
"Non è possibile normalizzare i rapporti con uno stato che tortura, uccide e nasconde oltraggiosamente la verità, se non a scapito della credibilità politica del nostro Paese e di chi lo rappresenta". Queste sono le parole della famiglia di Giulio. Tenetele sempre ben ferme e presenti queste parole, dure come le pietre, sono l'ennesima picconata al muro della complicità di chi ha confidato anche nell'effetto tempo, passando da omissioni,silenzi,depistaggi e crimini vari, per uccidere la via della verità non solo per Giulio, ma per tutte le Giulia e i Giulio di questo difficile mondo. 
Senza verità non ci sarà mai dignità e libertà e giustizia e alla verità  non si arriva normalizzando i rapporti con chi ha ucciso un ragazzo nello stesso modo in cui lo facevano i nazifascisti, i regimi dittatoriali criminali e continua a farlo ancora fottendosene dei diritti umani, perchè in Egitto non sono semplicemente contemplati.

Marco Barone

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