Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

In Italia dicono di ritrovarsi nei "valori"dell'antifascismo, ma hanno "normalizzato"i rapporti con l'Egitto criminale


L'Italia "istituzionale" si è arresa all'Egitto criminale, con il quale i rapporti, continuano come se niente fosse accaduto. I 5 miliardi hanno fatto gola, hanno fatto gola al capitale italiano, al sistema politico italiano, diventato complice con l'Egitto dove avvocati, giornalisti, attivisti, e sospettati di aspirare alla democrazia, alla realizzazione dei diritti umani, spariscono, vengono catturati, sequestrati, torturati, uccisi. Come è successo a Giulio in quel maledetto 25 gennaio del 2016, il cui corpo verrà ritrovato il 3 febbraio. Abbandonato. Ma Giulio non è mai stato abbandonato per un solo secondo dalla sua famiglia, dalla comunità planetaria che si è stretta intorno alla sua famiglia, comprendendo il senso dell'atrocità che si è realizzata nella terra nota per le sue piramidi e da quel giorno, anche per le violazioni dei diritti umani, in pieno stile nazifascista.
Molti nell'Italia repubblicana che hanno ruoli politici e di rappresentanza di rilievo, dicono, a parole, di ritrovarsi nei valori dell'antifascismo. Ulteriore oltraggio alla resistenza, alla nostra Costituzione ed a quella questione morale che in Italia non esiste più se non per pochi dal momento in cui, ad esempio, si relazionano come se niente fosse con l'Egitto criminale, su tutti i livelli, da quelli accademici, a quelli culturali, da quelli scientifici a quelli economici.
"Non è possibile normalizzare i rapporti con uno stato che tortura, uccide e nasconde oltraggiosamente la verità, se non a scapito della credibilità politica del nostro Paese e di chi lo rappresenta". Queste sono le parole della famiglia di Giulio. Tenetele sempre ben ferme e presenti queste parole, dure come le pietre, sono l'ennesima picconata al muro della complicità di chi ha confidato anche nell'effetto tempo, passando da omissioni,silenzi,depistaggi e crimini vari, per uccidere la via della verità non solo per Giulio, ma per tutte le Giulia e i Giulio di questo difficile mondo. 
Senza verità non ci sarà mai dignità e libertà e giustizia e alla verità  non si arriva normalizzando i rapporti con chi ha ucciso un ragazzo nello stesso modo in cui lo facevano i nazifascisti, i regimi dittatoriali criminali e continua a farlo ancora fottendosene dei diritti umani, perchè in Egitto non sono semplicemente contemplati.

Marco Barone

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