Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

In Italia dicono di ritrovarsi nei "valori"dell'antifascismo, ma hanno "normalizzato"i rapporti con l'Egitto criminale


L'Italia "istituzionale" si è arresa all'Egitto criminale, con il quale i rapporti, continuano come se niente fosse accaduto. I 5 miliardi hanno fatto gola, hanno fatto gola al capitale italiano, al sistema politico italiano, diventato complice con l'Egitto dove avvocati, giornalisti, attivisti, e sospettati di aspirare alla democrazia, alla realizzazione dei diritti umani, spariscono, vengono catturati, sequestrati, torturati, uccisi. Come è successo a Giulio in quel maledetto 25 gennaio del 2016, il cui corpo verrà ritrovato il 3 febbraio. Abbandonato. Ma Giulio non è mai stato abbandonato per un solo secondo dalla sua famiglia, dalla comunità planetaria che si è stretta intorno alla sua famiglia, comprendendo il senso dell'atrocità che si è realizzata nella terra nota per le sue piramidi e da quel giorno, anche per le violazioni dei diritti umani, in pieno stile nazifascista.
Molti nell'Italia repubblicana che hanno ruoli politici e di rappresentanza di rilievo, dicono, a parole, di ritrovarsi nei valori dell'antifascismo. Ulteriore oltraggio alla resistenza, alla nostra Costituzione ed a quella questione morale che in Italia non esiste più se non per pochi dal momento in cui, ad esempio, si relazionano come se niente fosse con l'Egitto criminale, su tutti i livelli, da quelli accademici, a quelli culturali, da quelli scientifici a quelli economici.
"Non è possibile normalizzare i rapporti con uno stato che tortura, uccide e nasconde oltraggiosamente la verità, se non a scapito della credibilità politica del nostro Paese e di chi lo rappresenta". Queste sono le parole della famiglia di Giulio. Tenetele sempre ben ferme e presenti queste parole, dure come le pietre, sono l'ennesima picconata al muro della complicità di chi ha confidato anche nell'effetto tempo, passando da omissioni,silenzi,depistaggi e crimini vari, per uccidere la via della verità non solo per Giulio, ma per tutte le Giulia e i Giulio di questo difficile mondo. 
Senza verità non ci sarà mai dignità e libertà e giustizia e alla verità  non si arriva normalizzando i rapporti con chi ha ucciso un ragazzo nello stesso modo in cui lo facevano i nazifascisti, i regimi dittatoriali criminali e continua a farlo ancora fottendosene dei diritti umani, perchè in Egitto non sono semplicemente contemplati.

Marco Barone

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