C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

In Italia dicono di ritrovarsi nei "valori"dell'antifascismo, ma hanno "normalizzato"i rapporti con l'Egitto criminale


L'Italia "istituzionale" si è arresa all'Egitto criminale, con il quale i rapporti, continuano come se niente fosse accaduto. I 5 miliardi hanno fatto gola, hanno fatto gola al capitale italiano, al sistema politico italiano, diventato complice con l'Egitto dove avvocati, giornalisti, attivisti, e sospettati di aspirare alla democrazia, alla realizzazione dei diritti umani, spariscono, vengono catturati, sequestrati, torturati, uccisi. Come è successo a Giulio in quel maledetto 25 gennaio del 2016, il cui corpo verrà ritrovato il 3 febbraio. Abbandonato. Ma Giulio non è mai stato abbandonato per un solo secondo dalla sua famiglia, dalla comunità planetaria che si è stretta intorno alla sua famiglia, comprendendo il senso dell'atrocità che si è realizzata nella terra nota per le sue piramidi e da quel giorno, anche per le violazioni dei diritti umani, in pieno stile nazifascista.
Molti nell'Italia repubblicana che hanno ruoli politici e di rappresentanza di rilievo, dicono, a parole, di ritrovarsi nei valori dell'antifascismo. Ulteriore oltraggio alla resistenza, alla nostra Costituzione ed a quella questione morale che in Italia non esiste più se non per pochi dal momento in cui, ad esempio, si relazionano come se niente fosse con l'Egitto criminale, su tutti i livelli, da quelli accademici, a quelli culturali, da quelli scientifici a quelli economici.
"Non è possibile normalizzare i rapporti con uno stato che tortura, uccide e nasconde oltraggiosamente la verità, se non a scapito della credibilità politica del nostro Paese e di chi lo rappresenta". Queste sono le parole della famiglia di Giulio. Tenetele sempre ben ferme e presenti queste parole, dure come le pietre, sono l'ennesima picconata al muro della complicità di chi ha confidato anche nell'effetto tempo, passando da omissioni,silenzi,depistaggi e crimini vari, per uccidere la via della verità non solo per Giulio, ma per tutte le Giulia e i Giulio di questo difficile mondo. 
Senza verità non ci sarà mai dignità e libertà e giustizia e alla verità  non si arriva normalizzando i rapporti con chi ha ucciso un ragazzo nello stesso modo in cui lo facevano i nazifascisti, i regimi dittatoriali criminali e continua a farlo ancora fottendosene dei diritti umani, perchè in Egitto non sono semplicemente contemplati.

Marco Barone

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