La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

E' necessario lanciare la questione Isontina

Tex Giulia Gorizia, Eaton Monfalcone, Detroit Ronchi, Cartiera Duino, giusto per citare i casi più eclatanti e noti nella zona dell'Isontino e confinante con lo stesso. Una crisi che inizia lì dove ha origine la provincia geografica di Gorizia, dove una volta sorgeva il confine con il Territorio Libero di Trieste e finiva l'Italia. La realtà delle cose ci dice che l'Italia è ancora dentro il tunnel della crisi ed il FVG anche, ma la propaganda, attraverso statistiche decontestualizzate ci racconta una realtà diversa, ottimistica, positiva. In Italia il tasso di disoccupazione è del 10% circa, il numero degli inattivi è del 32%, cifre pazzesche per un Paese che dice di essere una potenza economica mondiale. In verità l'Italia ne è uscita con le ossa rotte dalla crisi ed invece di affrontare la questione lavoro a dovere si sono regalati soldi pubblici a palate al capitale privato, distrutto i diritti dei lavoratori a partire dal pacchetto Treu, passando dalla tremenda Legge Biagi/Maroni per chiudere il cerchio diabolico con il diabolico JobsAct. Senza lavoro non c'è dignità, non c'è libertà, ma il lavoro deve essere anche con i diritti non elemosinato. Come in Italia esiste la questione meridionale, nello stesso modo va affrontata la questione dell'Isontino, qui vi è una crisi profonda e strutturale che ha avuto origine da quando è finito l'assistenzialismo italiano. Il fatto che multinazionali come l'Eaton si permettano di essere arroganti come lo sono state qui è perchè il territorio è politicamente debole, fragile, inconsistente ed in Italia si è spianata l'autostrada, con gli interventi che si sono susseguiti nel corso degli ultimi decenni, a questi modi di fare, dopo aver beneficiato magari anche di contributi pubblici. L'Isontino continua ad essere maglia nera del FVG. Un tasso di disoccupazione vicino al 10% e quello femminile quasi dell'13%. Dati sconcertanti per una piccola "provincia" ed area territoriale come questa. La questione va affrontata nel suo insieme e non in modo frammentato, l'idea come lanciata da potere al popolo di una vertenza sociale Isontina è l'unica da perseguire per uscire da questo incubo.
Marco Barone


 

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