Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Se ci fosse la stessa indignazione per la questione morale che c'è per i sacchetti di plastica...

Italia patria dell'arte, della cultura, di bellezze e meraviglie esemplari ed uniche. Decantiamo e contempliamo l'immensità, ma non andiamo mai oltre la punta del nostro naso. Oltre quella punta c'è la corruzione, ci sono le mafie, ci sono lamenti d'Italia sulla barca di Caronte inascoltati, ci sono violenze che hanno ucciso il Bel Paese, per arrivare a dire c'era una volta l'Italia. Predichiamo, rimpiangiamo ci perdiamo in nostalgie, nell'assoluto per non accettare quella relatività che ci rende più fragili, umani, che dovrebbe spingerci ad assumere responsabilità e consapevolezze che non vogliamo maturare, perchè è meglio fermarsi non oltre la punta del proprio naso. Quando accade per la questione dei sacchetti monouso il cui costo dovrebbe essere annuo non oltre le 12 euro a famiglia, nei peggiori dei casi, è veramente surreale, incredibile, indicibile. Occorrerebbe qualche serio studio di psicologi se non di psichiatri perchè la cosa sta assumendo contorni ufologici. Certo, è chiaro a tutti che è diventato pretesto per la campagna elettorale, e già abbiamo capito come sarà questa campagna elettorale, miserabile. In giro senti parlare dei sacchetti, di complotti, di favoritismi. Ma nessuno si è mai lamentato di quando sono aumentati i costi dei sacchetti di plastica normali, quelli dove ci butti dentro la spesa, ad esempio. Ci indigniamo fino al ridicolo per un centesimo di sacchetto, che forse pagavano pure prima senza saperlo, chissà. Siamo quelli che si indignano per un centesimo, mentre sperperiamo danaro nelle forme più indicibili, siamo quelli che si indignano per un centesimo quando nessuno batte ciglio per i rincari abituali che inspiegabilmente, e ritualmente, ogni primo gennaio battezzano il nuovo anno per l'Italia. La reazione che vi è stata per la questione di un centesimo è sintomo tipico di un Paese che non ha più futuro, fallito, dove la questione morale è stata sacrificata a favore di disgrazie ed individualismi che ne hanno minato l'essenza per sempre. Forse perchè alla fine dei conti altro non ci è rimasto che un solo centesimo da tutelare. Vuoi vedere che sarà proprio questo centesimo ad essere la classica goccia che farà traboccare il vaso? Solo che se questo vaso trabocca si rischia un salto ginnico indietro tempo di quasi cent'anni e chi ha memoria storica dovrebbe sapere che è quello il periodo storico in cui son iniziate le principali disgrazie per l'Italia.

Marco Barone


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