Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Ma c'è veramente il rischio fascismo o si tratta di una montatura elettorale?

E' innegabile che in questo contesto storico le destre reazionarie, tradizionali, estreme hanno gran forza e trovano vigore grazie alle disgrazie dovute ad una situazione sociale deprimente, triste, dove lo scontro tra gli ultimi per diventare ancora più ultimi, è il classico sintomo della lotta per la sopravvivenza. Qui non si discute sull'estinzione o meno della razza umana, cosa che sarebbe possibile con una cometa o con l'esplosione sincronizzata di tutte le testate nucleari presenti nel nostro piccolo mondo.

Qui si discute sulle opportunità, su certe situazioni che vengono sopravvalutate, esasperate, con il rischio di ingrandirle e legittimarle e favorirne l'inconsapevole o consapevole espansione.



Da quando si è entrati nei preliminari della campagna elettorale, estate 2017, si è iniziato a preparare il campo sul rischio fascismo in Italia, andando a cercare situazioni certamente imbarazzanti, ma che più che rischio di fascismo erano sintomo di pagliacciate, coreografie, certamente condannabili ma non è un bar con una bottiglia con la stampa di Mussolini o qualche cartello con qualche slogan fascista a determinare il rischio del ritorno del fascismo. Si semina il terreno nello stesso modo in cui ciò è avvenuto in America contro Trump, ricorrendo all'espediente nazista, fascista, per cercare di fermarlo. Ma fallendo in modo clamoroso e nello stesso tempo si è conseguito l'effetto contrario.
Per questo ci sono già monumenti, piazze, vie, statue intitolate o dedicate al fascismo. Si è andati però con un certo metodo alla ricerca di situazioni particolari volte a determinare il rischio del fascismo in Italia. Passando dall'approvazione della legge Fiano, inutile dal punto di vista effettivo della repressione del fascismo ma utile per la propaganda politica e sicuramente importante dal punto di vista simbolico e per recuperare rapporti politici compromessi dopo il referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale, alla necessità di recuperare rapporti con quella società che si ritrova nei valori dell'antifascismo tradizionale i cui voti saranno determinanti per non far vincere il M5S e la destra tradizionale. 
E per fare ciò si è dovuto creare l'effetto paura ritorno fascismo in Italia. Dalla pagliacciata della marcia su Roma di Forza Nuova ai casapoundisti che se messi insieme in tutta Italia non arrivano neanche a riempire una curva di uno stadio. 
Con questo non voglio mica dire che il rischio fascismo non ci sia, anzi. Esiste ed ha radici profonde, e si applica soprattutto nei luoghi di lavoro, dove i media non dicono una sola parola per non disturbare il capitale, esiste e trova affermazione sul piano storico con la memoria condivisa che ha visto convergenze tra destra e fantomatica sinistra governativa, esiste lì dove i media più rilevanti non potranno mai puntare i fari per questioni di opportunismo se non di complicità.

In Italia si sta strumentalizzando, manipolando volutamente la questione fascismo unicamente per ragioni elettorali e politiche, similmente a come accade ad Ostia per la questione "mafia capitale". Se a Napoli la camorra ammazza madre e figlio non è una notizia che merita il titolone, ma se si sparano colpi di pistola contro una porta o si afferma una testata violenta invece il tutto diventa lo strumento perfetto per gridare l'allarme mafia quando il vero obiettivo è colpire una forza politica avversaria. Son certo che finita la campagna elettorale tutto ritornerà nella sua normale dimensione, corpuscoli e manipoli fascisti continueranno ad esistere, ad essere ignorati dai media o legittimati come accaduto sino ad oggi anche da chi ora vorrebbe elevarsi a tutore della morale antifascista.

Il contrasto ai fascismi ed alle mafie, che trovano molti punti in comune, sono una cosa seria, non una roba da spendere e spandere per ragioni elettorali, perchè così facendo si mina il cuore stesso dell'antifascismo e l'essenza stessa della lotta vera alle mafie.

Marco Barone

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