La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il pranzo sociale dell’ANPI di Ronchi ( foto) sotto il segno dell’antifascismo e dei ricordi



Riuscito e partecipato il pranzo sociale organizzato dall’ANPI di Ronchi presso l'accogliente agriturismo Mazzuchin di Vermegliano a pochi passi dalla suggestiva chiesetta di Santo Stefano e durato per buona parte del pomeriggio del 16 dicembre. Quasi un centinaio i partecipanti, dove sotto il segno della musica, partigiana e popolare, balli e ricordi, senza dimenticare l'immancabile lotteria curata con una passione unica dalla solita ed immancabile ed unica Angela, si è consumato un momento conviviale oramai tradizionale. Non sono mancati i momenti di confronto e di riflessione, con i messaggi e gli spunti offerti sia dal Presidente provinciale dell’ANPI di Gorizia, Pironi che dalla Presidente dell’ANPI di Ronchi, Cuzzi.

Il segretario Martinuzzi ha ricordato tutta l’attività svolta dall’ANPI di Ronchi, dai pellegrinaggi laici organizzati nei luoghi della resistenza in Slovenia, ai gemellaggi storici, agli incontri con le scuole, agli appuntamenti del 25 aprile e 2 giugno, alla visita presso la Risiera di Trieste all’appuntamento organizzato per la verità per Giulio Regeni che ha visto una partecipazione enorme a Ronchi.

Certo, è emerso, che i tempi di oggi non sono più quelli di una volta, vi è sempre meno condivisione, più individualismo e questi pranzi sociali forse attraggono più generazioni di un tempo che quelle più moderne, sintomi dei tempi e delle epoche che cambiano e mutano, ma non mutano e non cambiano e non possono cambiare i ruoli dell’ANPI nella nostra società in cui continua ad essere un faro importante ed una delle associazioni italiane con più iscritti ed un motivo ci sarà pure. 
Il difficile è riuscire a mantenere il passo con i tempi di oggi, con una storia che sembra non interessare più a nessuno quando in realtà in diverse circostanze, anche se a volte strumentalizzate oltre l’inverosimile, ritorna con forza, e trova spazio nei peggiori dei modi proprio a causa dell’ignoranza nel senso di non conoscenza e l’ANPI ha il ruolo di preservare la memoria antifascista che è alla base della nostra Costituzione ed attuarla giorno dopo giorno.  E questo è stato l’auspicio che ha accompagnato gli auguri per questo 2017 oramai giunto alla sua conclusione e che non verrà certamente rimpianto per molti e diversi motivi.
Marco Barone
seguono foto pranzo sociale ANPI 16 dicembre 2017- Ronchi


































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