Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Giallo a Trieste il 2017 si chiude sotto il segno della criminalità, tra omicidi, mafie e accoltellamenti



Sarà, la bella Trieste, pure nelle posizioni che contano, per la qualità della vita, per alcune classifiche, perchè non tutte le classifiche sono uguali e non tutte le classifiche rispondono agli stessi interessi, ma sicuramente questo 2017 si è concluso sotto il segno dell'allarme se non rosso sicuramente giallo.

Giallo a Trieste.
Una città che si presta ad ambientazioni da film, una scenografia teatrale e cinematografica perfetta, tra quella bellezza imperiale rimpianta ancora oggi da tanti, forse troppi, a quel fascino senza tempo che caratterizza una delle sue aree più suggestive, meno conosciute ma che attirerà gli occhi del gran capitale, porto Vecchio, guardando a quello che è stato Marsiglia, modernità che violenta il suo passato, o ad altre soluzioni all'italiana tutte da decifrare, comprendere, studiare, criticare, amare oppure odiare.

Una città che vorrebbe andare oltre il suo essere solo da scenografia teatrale o cinematografica, vorrebbe respirare, essere non più oggetto ma soggetto, soggetto attivo, che decide del proprio destino, non più in balia della bora, delle acque tempestose che sommergono il molo Audace, simbolo della Trieste contesa costruita sulle fondamenta di una San Carlo divenuta una sola cosa con la profondità dell'animo triestino.

Trieste ha ispirato libri, gialli, romanzi, film, poesie, musica, arte, ma ultimamente si è macchiata di episodi violenti. Trieste violenta potrebbe essere il titolo. Dall'omicidio nella sua prima periferia carsica, lì dove si scorge la meraviglia di tutta la bellezza del golfo triestino e si intravede l'Istria, quell'Istria persa a causa del fascismo e che non ritornerà più, nonostante fari e templi illusori, dagli accoltellamenti in città, all'incubo mafia che tormenta questa bellezza che a furia di specchiarsi ha evitato di affrontare di petto il problema cercando sempre di parlare di tentativi, di infiltrazioni evitate, ma non vuole riconoscere l'esistenza del male assoluto che ha demonizzato l'Italia, perchè le mafie, come la camorra, la 'ndrangheta a Trieste ci sono bellezza, e ci devi fare i conti e non son mica arrivate ieri, solo che si è fatto finta di niente a livello di approccio politico e culturale per diversi anni, anni di silenzio,  eppure le denunce vi erano, i segnali c'erano, la DIA nelle sue relazioni è da anni che dice di stare attenti alla zona di Trieste e Monfalcone, mica da oggi.  

Marco Barone

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