Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La FIFA si esalta per il contrasto alle discriminazioni, ma i Mondiali in Russia...




Dici no al razzismo. Rispetto. Bellissimi slogan, stampati anche sulle magliette dei calciatori, diffusi negli stadi, nelle pubblicità. La FIFA  con orgoglio rileva di essere addirittura molto felice del nuovo sistema impiegato per contrastare le discriminazioni. Dicono i vertici che vi è stata una maggiore consapevolezza riguardo alle discriminazioni con l'avvio di nuove campagne e nuovi progetti per evitare che queste possano ripetersi. Per la prima volta nel mondo del calcio sono stati affrontati sistematicamente tutti gli episodi di discriminazione nelle partite della FIFA. Nel comunicato pubblicato sul sito della FIFA si legge che "discriminazione ed esclusione influenzano la società in generale e il calcio non fa eccezione. La strategia della FIFA per combattere la discriminazione nel calcio include anche una Guida alle buone pratiche sulla diversità e la non discriminazione, un premio annuale FIFA sulla diversità che riconosce le organizzazioni che si battono per la diversità e la collaborazione con le Associazioni dei membri per educare e ispirare un messaggio di uguaglianza e rispetto."
Che emozione. Fantastico.
E come la mettiamo con alcuni Paesi che partecipano ai Mondiali che non fanno certamente rima con diritti umani? A partire dal Paese ospitante?
E che dire dell'Egitto? 
Dove è emerso a livello mediatico una sorta di euforia per la sua qualificazione dopo decenni di assenza da questa competizione? E dove addirittura il suo portiere ha detto che giocherà anche per Buffon?
Statisticamente è da rilevare che la prima partita internazionale dell'Egitto sarà proprio contro l'Italia nel 1920 e la sua peggiore sconfitta storica sarà sempre contro l'Italia per 11-0 nel 1928, e l'ultimo mondiale a cui ha partecipato è stato proprio quello in Italia nel 1990. Attualmente allenata dall'argentino Cuper, noto per aver allenato anche l'Inter, ha quattro giocatori che militano nel campionato più famoso del mondo, quello inglese, tra cui Mohamed Salah attualmente al Liverpool ex Roma. 

E quello che si ricorda è che quando a Roma venne chiesto di esporre lo striscione con scritto Verità per Giulio Regeni ciò creò imbarazzi: "La Roma ha chiesto di non partecipare alla campagna per evitare di mettere il suo calciatore in imbarazzo – ha detto a Sada El-Balad Channel – Io ho parlato personalmente con Salah, che mi ha confermato tutto. Peraltro questa campagna non viola nessuna regola Fifa perché non mostra nessuna discriminazione contro persone o Stati". Così sulla Gazzetta dello Sport del 17 aprile 2016.  Quanto entusiasmo per l'Egitto ai mondiali, mentre i diritti umani vanno letteralmente a farsi .....
Ecco, se la FIFA vuole essere realmente coerente e credibile, deve, e non dovrebbe, iniziare a prendere misure serie, se la Nazionale di calcio che rappresenta un Paese non sostiene le campagne per i diritti umani, diventando conseguentemente complice del regime del proprio Paese dove i diritti umani vengono violati, andrebbe sanzionata se non esclusa dalle competizioni ufficiali della FIFA. Certo, si dirà, ma se i mondiali vengono ospitati in un Paese come la Russia, dove le discriminazioni che la FIFA contrasta sul campo di gioco sono all'ordine del giorno, di cosa stupirsi? Allora è inutile entusiasmarsi per quattro slogan o applicazioni o messaggi che rischiano di diventare tanto banali quanto dannosi, perchè inconsistenti.

Marco Barone

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