A proposito della provincia di Gorizia/Monfalcone o ....Isontina

  IN FVG si è registrata in materia di province una situazione bizzarra. Prima le aboliscono, poi nascono le UTI, poi gli EDR, poi si propone il ritorno a ciò che è stato abolito il tutto in una regione che deve fare i conti con un calo demografico devastante forse la migliore soluzione sarebbe quella di costituire la provincia autonoma di Trieste e di Udine, sul modello del Trentino Alto Adige/ Südtirol inglobando l'Isontino o nella provincia di Trieste o in quella di Udine? Intanto, giunge la proposta della costituzione della provincia di Gorizia/Monfalcone. Ogni volta che si tocca il nome di qualcosa, si scatena sempre un putiferio, il merito però di questa proposta, a prescindere dal nome, è quello di aver acceso l'attenzione sul fatto che vi è la necessità di unire un territorio diviso come non mai. Da un lato hai Monfalcone che va oltre i 30 mila abitanti, dall'altro Gorizia che scende sotto la soglia dei 34 mila abitanti. Da un lato hai Monfalcone centrica, in qu

A Ronchi si illumina per la prima volta il palazzo del Comune

Costruito negli anni '20, architettura di inizio fascismo, palazzotto in stile veneto, con i simboli di quel periodo con il quale il fascismo da un lato cercava di dimostrare l'italianità dei luoghi, snaturandone anche la storia e l'origine. Come il leone della serenissima, la lupa capitolina, sulla ringhiera del balcone del Palazzo e soprattutto, anche se poco visibile, la scritta che richiama la marcia di Fiume ed il nome Ronchi dei Legionari. Fiume verrà annessa all'Italia sotto il fascismo, tramite la marcia eversiva partita casualmente da Ronchi, da cui prenderà il nome questa località, in modo inappropriato, passando da Ronchi di Monfalcone a Ronchi dei Legionari. Ma come ben sanno i ronchesi Ronchi è di Ronchi e basta. 
Un palazzo inaugurato nel 1925, proprio nell'anno in cui Ronchi adotterà ufficialmente il suo nuovo nome, dopo aver assegnato a Mussolini la cittadinanza onoraria che gli verrà revocata solo nel 2014.  Meglio tardi che mai.


Un palazzo che racconta la storia, passando da targhe aggiunte nel tempo, come quella del primo millenario dell'esistenza del nome di Ronchi,  oppure  al suo interno, con le varie onorificenze, a partire dalla Medaglia d'Argento per il contributo dato da Ronchi alla resistenza, al tributo dato dalle donne di Ronchi nel corso della sua storia, al gemellaggio con Metlika e Wagna, ed altri pezzi di storia raccolti attraverso alcune opere artistiche donate da alcuni artisti. E per la prima volta si illumina il Palazzo in modo dignitoso per essere il luogo Istituzionale chiamato a rappresentare la comunità di Ronchi. Per un lungo periodo vi era un faretto che dava una sfumatura di luce al palazzo del Comune, ma era veramente orripilante.


Dove contrariamente ad altri palazzi municipali, non vi è la scritta Municipio.  Fari a led, che illuminano la facciata di Piazza dell'Unità d'Italia e quella lungo via Roma, accesi in questo 30 ottobre del 2017, funzionali a curare un minimo di estetica in un Comune che non è certamente ricco di bellezze architettoniche, ma che offre sicuramente qualche angolo interessante e da apprezzare.

Marco Barone

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