Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quali sono gli "animi ottusi" che a Ronchi vogliono "cancellare la storia"? E quale storia?


Le dichiarazioni apparse sulla stampa della nuova presidente, iscritta alla Lega Nord, della Commissione che si occupa tra le altre cose di cultura e valorizzazione del patrimonio storico ed artistico, lasciano veramente basiti e ci si augura che il Sindaco attuale possa fare delle valutazioni compiute sul tutto. E' stato detto tra le varie cose che "vogliamo anche valorizzare la storia, da qualsiasi parte essa arrivi, perché la storia è storia e non possono essere animi ottusi a cancellarla. Si può obiettare, si può criticare, ma non si possono disconoscere certe pagine della nostra storia". Domanda, ma a chi si riferisce? Premesso che la storia non si può cancellare, non è un disegno a matita che cancelli con una gomma qualsiasi. Ma la storia la si può raccontare, la si può onorare, celebrare o condannare e sono tutte cose diverse dalla banalità, inesistente poi, della cancellazione. Come è noto a Ronchi sono stato tra i promotori di due importanti iniziative. La prima che ha portato alla revoca, per opera del precedente Sindaco, della indecente cittadinanza onoraria conferita al dittatore fascista Mussolini. Cosa contestata soprattutto da qualche nostalgico, ma erano pochi. La seconda,  con il gruppo " Ronchi dei partigiani" la nota provocazione storica e culturale sulla denominazione dei legionari di Ronchi, che ha portato, nel bene o nel male, la nostra cittadina alla ribalta nazionale. Se D'Annunzio da alcuni viene considerato come un valore d'Italia, per me e tanti altri, forse la maggior parte, non può esserlo. Perchè razzista prima di tutto. Cosi si rivolgeva verso i croati ed il popolo slavo: "il croato lurido, s’arrampicò su per le bugne del muro veneto, come una scimmia in furia, e con un ferraccio scarpellò il Leone alato oppure (…) " quell’accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso" ... oppure da Gli ultimi saranno i primi, 4 maggio 1919 (…) "Fuori la schiaveria bastarda e le sue lordure e le sue mandre di porci!".  Concetti che saranno fatti propri da Mussolini. Oltre che ad essere stato con la "pagliacciata narcisistica", per usare Pasolini, della marcia militare su Fiume, partita casualmente da Ronchi, antesignano del fascismo. Ciò perchè come la maggior parte degli storici hanno riconosciuto quella marcia ha anticipato quella su Roma e D'Annunzio è stato il "duce mancato".
Ora, lo si vuole ricordare? Lo si ricordi. Ma celebrarlo significa tra le varie cose fare un pessimo servizio ai valori fondanti la nostra democrazia, soprattutto  in un contesto sociale come il nostro dove guerra, con le sue varianti che colpiscono anche l'Europa e razzismo e neofascismi sono un problema enorme e serio. Se si vuole il bene di Ronchi e della sua storia, si dovrebbe avere un minimo di consapevolezza del fatto che la sua identità storica stride fortemente con D'Annunzio e con il fascismo o l'estremismo irredentistico italiano. Cosa diversa è  ricordare certi personaggi o certi fatti per mantenere esclusivamente aspetti critici e di condanna, per maturare quella consapevolezza che ci può aiutare a contrastare nazionalismi, neofascismi, razzismi e guerre varie. 
Ci sono fatti che possono essere ricordati, per condannarli, criticarli, come la marcia su Roma o quella su Fiume, altri fatti che vanno ricordati per essere anche celebrati perchè appartenenti alla nostra civiltà democratica come la storia della resistenza. Non si può valorizzare la storia da qualsiasi parte essa arrivi, come si può sostenere un concetto del genere? Perchè qualcuno potrebbe pensare che sarebbe lecito valorizzare anche la storia nazista? Fascista? Ma siamo seri?

Marco Barone

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