Da mesi i Tg, i giornali italiani, dedicano attenzione alla vicenda del Venezuela. Roba da non credere. Visto che l'Italia ha dedicato sempre attenzione pari a zero alle vicende internazionali, salvo quando ciò era proprio inevitabile, qualche guerra, vicende del terrorismo. Unica eccezione è quanto accade in America, perchè essendo noi un Paese dipendente dall'America, e profondamente in fase di americanizzazione, non potrebbe comportarsi altrimenti. Non voglio entrare nel merito sul come l'informazione, se così possiamo definirla, è gestita sulle vicende del Venezuela. Ognuno ha le sue idee, io ho le mie e pare evidente che il sistema capitalistico deve spazzare via ogni forma minima di resistenza avversa ai suoi progetti.
E' l'economia che governa ogni cosa, da sempre. Che poi siano gruppi destri, fascisti o non fascisti ad opporsi ad un sistema identificato come dittatoriale, comunista, magari tollerato fino a quando faceva comodo, ciò poco importa.
Si inizia anche a parlare di qualche famiglia venezuelana che ha trovato riparo in Italia e guai a confonderla con gli altri richiedenti asilo provenienti da Paesi come il Pakistan, Nigeria ecc. Non sia mai. Perchè il Venezuela profuma di italiano. Di capitalismo italiano. E' noto che in Venezuela vive una numerosa comunità italiana, ricca, che ha
saputo costruirsi una posizione economica di primo piano (alcune delle
più importanti imprese del Venezuela appartengono a cittadini italiani o
ad italo - venezuelani). Questo è quello che si legge in siti importanti che si occupano di economia. Queste aziende intrattengono molto spesso
forti e duraturi legami commerciali con imprese operanti nel nostro
paese. Il Venezuela è una realtà però ancora da conquistare, tante le risorse che fanno gola, a partire dal petrolio, gas e risorse naturali, dall'edilizia, senza dimenticare le dimensioni importanti del mercato potenziale di riferimento. In Venezuela accanto alla presenza di alcuni colossi del nostro
sistema industriale (ENI, SAIPEM, Trevi, Nuovo Pignone, Ghella,
Impregilo-Salini, Astaldi, Iveco, Pirelli e Parmalat) si registrano
numerose imprese venezuelane di proprietà di cittadini italiani od
italo-venezuelani, tra cui alcune delle più grandi aziende del Paese. In Venezuela è molto attiva una
Camera di Commercio binazionale (CAVENIT) dalla storia ormai sessantennale, che raggruppa più di 800 imprese, con sezioni in varie città del Venezuela. Queste
imprese venezuelane di proprietà italiana intrattengono saldi rapporti
commerciali con l’Italia e sono responsabili di una buona fetta del
nostro interscambio con il Venezuela.
Sul sito della
nostra Ambasciata si legge anche che "la presenza italiana in Venezuela risale a tempi assai remoti: fu Cristoforo Colombo nel suo terzo viaggio a scoprire il Paese.Al
fiorentino Amerigo Vespucci si deve, invece, il nome Venezuela,
“piccola Venezia”. Le palafitte degli indigeni lungo la costa di
Maracaibo portarono alla memoria del grande navigatore le abitazioni
sull’acqua della città veneta. Le relazioni ufficiali tra i due
Paesi cominciano il 17 marzo 1856 con l’istituzione a Napoli di un
Consolato del Venezuela. Nel 1857 venne istituita la prima legazione
consolare italiana in Venezuela con sede a Maracaibo e nel 1859 la
seconda con sede a La Guaira, destinata ad accogliere gli emigranti del
Regno delle Due Sicilie in Venezuela. Con la costituzione del
Regno d’Italia nel 1861, sotto il mandato del re Vittorio Emanuele II,
fu sottoscritto il Trattato di amicizia, commercio e navigazione. La
presenza italiana in Venezuela assume però una certa consistenza solo a
partire dai primi del Novecento, e in particolare nel II dopoguerra,
grazie alle opportunità di sviluppo generate dalla cd. rendita
petrolifera. Oggi sono circa 160.000 i connazionali registrati
nei due Consolati italiani in Venezuela (Caracas e Maracaibo), la
maggior parte dei quali in possesso anche della cittadinanza
venezuelana; inoltre si stima che siano più di un milione e mezzo i
venezuelani con ascendenza italiana. I flussi più significativi
d’immigrazione provengono dall'Italia centrale e meridionale (Campania,
Sicilia, Abruzzo e Puglia).La Comunità italiana risulta
pienamente inserita nel contesto venezuelano e fin dall'inizio il
processo di integrazione e radicamento nel Paese è stato incoraggiato
attivamente dalle Autorità locali."
Ecco, tutto ciò spiega bene perchè l'informazione italiana si interessa del Venezuela. Un paese colonizzato e dimenticato per lungo tempo, almeno dal sistema dell'informazione. Ma a dirla tutta agli italiani che vivono in Italia quanto interessa realmente ciò che accade in Venezuela? Poco o nulla.
Marco Barone
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