A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Gorizia una Lampedusa del nord? La certificazione del fallimento dell'accoglienza diffusa



Guardando i dati degli sbarchi tra luglio ed agosto 2017 ad Augusta risultano essere sbarcati 14.145 migranti, seguita da altre decine di porti come Catania 12 mila sbarchi, Vibo 5 mila sbarchi per arrivare per ultimo a Bari con 891 sbarchi. Numeri mensili che a Gorizia ed in tutto il FVG non si vedranno mai. Ricordo ancora quando si discuteva  sulla possibilità dell'intervento di MSF a Gorizia e le irritazioni di alcuni politici perchè dissero che Gorizia rischiava di diventare la Lampedusa del nord. Ora però viene considerata l'ipotesi di una neanche piccola e forse neanche minuscola, visti i reali numeri del fenomeno, di Lampedusa del nord perchè si possa avviare in parole povere un regime di sfollamento dei migranti che a Gorizia ed in tutta la sua ex provincia non riescono a trovare spazio. 
Ed il tutto dove forse l'omissione di soccorso è diventata un vero optional che non vale per tutti e nei confronti di tutti. E' evidente che la proposta come emersa in chiave istituzionale è il frutto della disperazione e del totale fallimento dell'accoglienza diffusa. La prefettura di Gorizia ha voluto evitare l'utilizzo del pugno duro e lo scontro istituzionale con i Comuni che dicono no e con una città di Gorizia che non muove un dito, salvo gli immancabili volontari, per i "fuori convenzione" ergo fuori da Gorizia. E ricorrere allo strumento della terra di sbarco è l'ultimo tentativo, l'ultimo urlo, che altro non è alla fine dei conti che la piena certificazione del totale fallimento dell'accoglienza diffusa in alcune zone del FVG. In tutto ciò non ci si deve dimenticare che i rifugiati riconosciuti come tali sono a tutti gli effetti potenziali cittadini italiani perchè una volta ottenuto lo status di rifugiato se risiedono da almeno 5 anni in Italia possono richiedere la cittadinanza senza aspettare i canonici 10 anni. I potenziali e futuri "nuovi" cittadini italiani ed indirettamente europei come li stiamo preparando a divenire tali? Lasciandoli in mezzo alla strada? Negandogli l'insegnamento dell'italiano? Favorendo l'emarginazione? Invitandoli ad andarsene?  Con situazioni di degrado sociale pieno? Quale reale e diffuso processo di integrazione laico e non religioso? Quale processo reale di formazione ed istruzione? Ad ogni omissione, od azione, seguirà sempre un determinato ed inevitabile effetto.
Marco Barone 

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