Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

A Gorizia "ritornano" gli americani. Occasione per chiedere lumi sul settembre nero goriziano del '47


Come riporta il Piccolo di Gorizia per l'occasione dell'ennesimo anniversario della "restituzione" di Gorizia all'Italia che coincide con l'importante Trattato di Pace del '47, in città ci saranno dei reduci americani, in ricordo della loro esperienza con il GMA a Gorizia. Da 12 giugno del '45 fino a metà settembre del '47, un biennio angloamericano di amministrazione ed occupazione del territorio goriziano e non solo. Ma accaddero anche delle cose brutali, soprattutto nel settembre del '47, noto come il settembre nero goriziano. Venne assaltata la federazione Comunista di Gorizia, venne incendiata la casa del Popolo di Gradisca e si tentava l'assalto alla sede del PCI di Monfalcone e di Ronchi, ma senza successo grazie alla resistenza dei comunisti. Venivano affisse per la città di Gorizia delle liste di proscrizione nelle quali si minacciavano di morte i cittadini che cercavano la collaborazione con i popoli confinanti, gli sloveni. Sloveni che subirono violenze, saccheggi, distruzione di negozi, boicottaggi, pestaggi, insulti. La situazione divenne talmente insostenibile che venne presentata, dal deputato della Costituente, Giordano Pratolongo, una interrogazione al Governo per sapere quali “ provvedimenti siano stati presi o si intenda prendere per garantire le istituzioni democratiche e le libertà dei cittadini nella provincia di Gorizia contro le aggressioni e le violenze scatenate da provocatori fascisti e nazionalisti a danno di italiani e sloveni e delle organizzazioni democratiche: e per l'arresto e la punizione dei responsabili dei gravi fatti accaduti nei giorni scorsi”. Si denunciava in particolare quanto accadde tra il 13, 14 e 15 settembre 1947, si ricordava, tra le varie cose, oltre a quelle già in precedenza elencate, anche la devastazione della tipografia del giornale democratico sloveno Primorski, l'assalto alle cooperative, negozi di proprietà di sloveni, assalti a case private di sloveni e comunisti italiani e sloveni. Il tutto accadde anche quando in città giunse la divisione Mantova e le autorità italiane, presenti nella zona di Gorizia tra la notte della domenica 14 settembre e le prime ore del 15 settembre non presero ufficialmente possesso del territorio sgombrato dagli alleati ed il passaggio effettivo di poteri veniva ritardato. Un ritardo nel quale si è consumato l'assalto violento come ora ricordato. Cosa ci possono dire i reduci americani,che hanno conosciuto l'esperienza goriziana sul campo, di tutto ciò?

Marco Barone


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