Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Trieste summit Balcani: dal gabbiano perplesso al triestino a petto nudo a Trieste "città friulana"

Il 13 luglio del 1920 una missione nazionalfascista dava fuoco al simbolo del riscatto degli sloveni nella città di Trieste, al Narodni Dom. L'Italia nel corso di quel tempo ha cercato di sopprimere gli slavi del sud, perchè considerati come "razza inferiore" rispetto alla supremazia italiana. Ma tutto questo non ha minimamente sfiorato il summit dei Balcani Occidentali che si è svolto a Trieste.  Figurarsi il contrario. 
Però l'Italia doveva pur creare l'effetto scena, teatro. Ecco spuntare la Palinuro e Francia Italia e Germania si ritrovano a discutere(?) per neanche 20 minuti effettivi del problema immigrazione. Una pacca sulla spalla, quanto siete bravi, amici come prima, ma no se pol. Fallimento. Migliaia di forze dell'ordine che presidiano la città a partire dall'aeroporto di Ronchi ma che ora si chiama Trieste anche se è nella provincia (ex) di Gorizia. Poco importa. Città blindata, turisti scazzati, triestini rassegnati.  Trieste alla ribalta nazionale ed internazionale, si è detto. Ma i principali siti internet nazionali ed internazionali che si occupano di informazione hanno ignorato questo summit o nei migliori dei casi trattato come notizia di poco conto. Per arrivare a qualche perla come "Trieste città friulana", come accaduto al TGLa7. E questo sì che farà incazzare i triestini forse più della zona rossa e dello spritz mancato in centro. Poco importa. Centinaia di telecamere sparse per Trieste, giornalisti da tutto il mondo. Quanti caffè avranno consumato per Trieste? Poco importa. 

Quanto sarà costato questo summit? Poco importa. Tra statue coperte per evitare brutte figure, transenne, bollini, metal dector, cecchini, elicotteri, navi militari, caldo afoso, non ti sfugge certamente un gabbiano perplesso, che non sa se andare oltre le transenne o verso l'Ursus, nel dubbio rimane fermo, immobile, per diversi minuti.
Poi un triestino a petto nudo, si avvicina alle transenne sperando di intravedere qualche leader famoso, ma niente. La distanza è elevata. Ed inconsapevolmente con la punta del piede ha superato la zona rossa. E poi qualche turista sdraiato per terra, non sapendo che rischia una multa per il decoro, ma oggi i vigili hanno altro a cui pensare altro che decoro.

La lotta al degrado può aspettare. E poi quella signora seduta, ad osservare il mare, un mare militarizzato e la giornata tra strette di mano, riti e cerimonie, maledizioni ed imprecazioni a bassa voce, per evitare multe, continua con i triestini che aspettano con ansia di potersi riprendere
il proprio caro centro sperando di non avere più questi inutili summit nella propria città e se proprio li devono fare per citare Trieste, esiste sempre la soluzione fateli su qualche benedetta nave da crociera, magari realizzata proprio a Monfalcone ma con manovalanza bengalese, croata, slovena, rumena, serba ed in via residuale italiana.

Marco Barone

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