Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Se si litiga per 120 posti di lavoro ultra precari a Monfalcone per lavoratori del territorio(?)

L'ex provincia di Gorizia ha un tasso di disoccupazione enorme, a cui poi si devono aggiungere gli scazzati, o rassegnati, ovvero gli inattivi. Ma accade che mentre la gente comune non sa più a che santo o non santo rivolgersi per avere un posto di lavoro dignitoso, e con uno stipendio non da morto di fame, e possibilmente con diritti seri e non fumosi, dai comunicati e dalle dichiarazioni lette pare di capire che praticamente si "litiga" sul trofeo che si deve portare a casa per 120 posti di lavoro ultra precari. Se da un lato l'attuale sindaco di Monfalcone rivendica in un certo senso l'importanza di questo risultato, dall'altro a livello regionale si urla che non è merito del Comune di Monfalcone la possibile assunzione di 120 lavoratori alla Fincantieri ma della Regione.  
Ma siamo veramente all'assurdo. 120 posti di lavoro in contratto di somministrazione, nell'ambito delle ditte di appalto. Il discorso si potrebbe chiudere qui. In una realtà che, come ha evidenziato il Piccolo, continua ad esternalizzare per rimanere competitiva sul mercato, dove su 5600 lavoratori quasi 4000 mila sono in appalto/subappalto ed i diretti sono circa 850.  E dove il concetto di internalizzazione è più utopico di un'oasi  verde nel deserto dopo aver attraversato per giorni, senza bere, chilometri pesanti e sabbiosi. Per non parlare della perla, che siano del territorio. E se uno si sposta da Catanzaro la residenza a Monfalcone, per lavorare qui, come viene considerato? Baruffe estive prive di ogni senso e di logica ed a dirla tutta si rimane veramente sconcertati.
 
Marco Barone 

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