Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Proposta una nuova commissione parlamentare d’inchiesta sul trattamento dell’"italiano" a Bolzano



L'Italia quando ha conquistato, a carissimo prezzo, fette di terra, aggredendo certi e dati territori, alla fine del primo conflitto mondiale ha avviato sin da subito politiche di italianizzazione violenta, così è stato nella Venezia Giulia così è stato a Bolzano, dove il fascismo di confine si è svelato prima che altrove in tutta la sua brutalità. E questi effetti son perdurati nel tempo. Il territorio di Bolzano è enorme, è la seconda provincia più estesa d'Italia ed ancora oggi si registrano diverse provocazioni ed iniziative di carattere neofascista. 
Cosa si legge nella premessa? 
Che "all’interno della provincia autonoma di Bolzano, provincia a caratterizzazione etnica, senza dubbio gli italiani, come dimostrato anche dalle recenti inchieste trasversali del quotidiano tedesco « Dolomiten », dell’Alto-Adige, de « Il fatto », de « La Repubblica » e de « Il Giornale », si sentono alienati e frustrati rispetto alla maggioranza di lingua tedesca, « dolcemente coccolata » dai vari Governi italiani succedutisi negli anni. Gli italiani dell’Alto Adige sono « a disagio », « spaesati », come titola un noto libro di un giornalista locale relativo al « compromesso etnico » nato sessantuno anni fa dall’accordo De Gasperi-Gruber(...)" e dove emerge "la creazione di una minoranza italiana in terra italiana all’interno di una realtà etnica nella quale il gruppo tedesco è pari a circa 300.000 unità e quello italiano supera di poco le 100.000 unità e i mistilingue, fenomeno in grande crescita, non possono essere censiti e, dunque, non sono legalmente riconosciuti.
La politica miope tende a cancellare ogni traccia di identità e di cultura italiane, si favoriscono l’impresa, il commercio, l’artigianato e l’associazionismo tedeschi assistendo alla progressiva sparizione, specie in periferia, della presenza italiana in ogni settore strategico economico con la conseguenza, fin troppo evidente, della cosiddetta Todesmarsch –marcia della morte, della sparizione, dell’assottigliamento della comunità italiana."
Quale lo scopo della proposta di legge? 
"Si intende dunque proporre l’irrimandabile istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta per verificare le motivazioni, le  responsabilità, lo stato e le condizioni della minoranza italiana nella provincia autonoma di Bolzano e della popolazione mistilingue e per definire gli eventuali interventi amministrativi e legislativi necessari per garantire un’assoluta parità di diritti, come peraltro previsto dall’articolo 3 della  Costituzione, tra i componenti delle diverse comunità linguistiche presenti nella provincia autonoma di Bolzano." 
Nello specifico questi sarebbero i compiti della Commissione:
a) verificare l’andamento demografico della minoranza italiana nella provincia autonoma di Bolzano negli ultimi trentanni e indagare sulle cause della sua evoluzione;
b) indagare sulle condizioni di accesso al lavoro dei componenti delle comunità linguistiche nel territorio della provincia autonoma di Bolzano;
c) verificare le condizioni di accesso agli impieghi pubblici dei componenti delle comunità linguistiche nella provincia autonoma di Bolzano e delle nomine ai vertici degli enti pubblici;
d) verificare i criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica nella provincia autonoma di Bolzano;
e) verificare se le condizioni di accesso alle libere professioni e alle attività di lavoro autonomo in campo industriale, agricolo, artigianale, commerciale e nei servizi siano paritarie tra i componenti delle comunità linguistiche nella provincia autonoma di Bolzano;
f) indagare sull’esistenza di forme di discriminazione diretta o indiretta ai danni della comunità linguistica italiana e se queste configurino una violazione dell’articolo 3 della Costituzione;
g) proporre eventuali correttivi amministrativi e legislativi al fine di garantire l’assoluta parità tra i componenti delle comunità linguistiche nella provincia autonoma di Bolzano.
h) verificare se le commissioni paritetiche dei sei e dei dodici abbiano ancora profilo costituzionale e se le relative norme di attuazione abbiano leso i diritti o assoggettato le comunità linguistiche nella provincia autonoma di Bolzano al potere costituito.
I costi: 
Le spese di funzionamento della Commissione, pari a 50.000 euro, eventualmente incrementabili, in caso di proroga della durata della Commissione ai sensi dell’articolo 2, comma 4, di una somma pari a 20.000 euro, sono poste per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati e per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica.
Ennesimo tentativo, ennesima proposta, situazioni che vanno seguite con attenzione in un contesto generale dove i nazionalismi, piccoli o grandi che siano, ritornano con furore.
Marco Barone 

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