Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?
Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i
Meno male che gente come colui che ha scritto ciò che avete appena letto incominciano a scomparire dalla faccia della terra, o per ragioni anagrafiche e morte naturale o perchè gli italiani incominciano a discernere tra cultura e bassa politica, tra arte e politicizzazione della cultura. C'è stato un periodo che biechi e incolti politicanti (tra cui, immagino, l'autore di questo blob) volevano abbattere, solo perché simbolo della Patria, il monumento a Vittorio Emanuele II (meglio noto come Altare della Patria), oggi rivalutato perché considerato uno dei capolavori della storia architettonica dell'umanità. Vergognosi atteggiamenti di individui incolti vorrebbero abbattere tutto ciò che è stato creato nella prima metà del XX secolo solo perché concepito negli anni delle dittature del secolo, fascismo, nazismo e comunismo: un secolo di architettura da rinnegare. Quegli stessi esseri immondi vorrebbero distruggere tutta la produzione artistica del Rinascimento perché prodotta durante i secoli delle Signorie in Italia: ricordo benissimo queste tesi perché ho abbastanza anni per averle dovute ascoltare, inorridito, durante i famigerati anni del '68, da parte di quegli stessi individui che sono oggi a capo, in veste di manager, di alcuni dei dei più importanti gruppi finanziari nel paese.
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