Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Proibire, come le sigarette, i telefonini ai minorenni, sarebbe giusto o meno?

Una volta per avere il tuo primo telefonino, che poi era un cassettone enorme e neanche nuovo dovevi aspettare la maggiore età. Con la maggiore età potevi avere il telefonino, potevi avere la patente, entravi formalmente nel mondo degli adulti e tu eri totalmente responsabile delle tue azioni ed omissioni. Nel giro di pochissimi anni le cose sono state totalmente stravolte. Certo per la patente si deve ancora aspettare la maggiore età, ma per il resto no. Giocattoli a forma di telefonino per i bambini, ma i telefonini veri vengono anche usati dai bambini che imparano in fretta e son anche più bravi degli adulti, ma li usano prevalentemente per giocare, simulare telefonate e cose di questo tipo. Educati inconsapevolmente al possesso di uno strumento a cui poi non potranno rinunciare, perchè nella disponibilità di tutti. Il problema serio si pone con l'adolescenza, con quella che è storicamente da sempre l'età più difficile, dove giochi e chat e video e foto e mondo dei social hanno comportato quel fenomeno bestiale che si chiama cyberbullismo che in italiano sarebbe bullismo in rete, o sfide mortali che si consumano prevalentemente proprio con l'utilizzo di telefonini più che di computer, perchè oramai i telefonini vengono usati più per scrivere, più per "vivere" il mondo dei social, che per telefonare. Una continua trasformazione in itinere, senza controllo. Si delega troppo alle scuole che non possono e non hanno nè mezzi nè risorse per controllare e governare tale fenomeno. Certo, si possono produrre circolari con il divieto di portare i telefonini a scuola, si possono organizzare corsi di formazione e sensibilizzazione,  individuare referenti ecc, ma quello che poi accade oltre le mura scolastiche è un qualcosa di enorme. Una enormità che  sfugge a qualsiasi autocontrollo, processo di educazione e prevenzione. E nelle famiglie non si ha più il tempo e forse neanche la voglia di confrontarsi. I divieti non son mai serviti a nulla, vietato vietare si diceva una volta. I divieti possono essere sempre raggirati. Ma alcuni divieti possono salvare delle vite umane, possono limitare fenomeni incontrollabili, indomabili in un tempo dove le nuove generazioni sono sempre più ciniche e con valori "ideologici" pari a zero. Non tutti, ovviamente,  così come non si deve mai cadere nella banalità della generalizzazione. Ma più volte ho sentito dire ed anche letto che i telefonini possono nuocere gravemente ai "nostri" ragazzi. Gli abbiamo consegnato un mezzo potente, che se non usato con attenzione può divenire altamente distruttivo. Ma cosa significa usarlo con attenzione con quello che accade in una società altamente priva di relazioni sociali reali come la nostra? Dove lo spirito di umanità è andato in latitanza? Invece di regalare libri, si regalano cellulari. La moda è questa . La tecnologia è una necessità imposta ed esiste un business imponente e chi la contrasta rischia una "lapidazione" sistemica rilevante. Ma le mezze misure non hanno mai portato a niente. Ed allora ci si chiede se sarebbe giusto vietare, come le sigarette, l'uso dei telefonini ai minorenni, oppure se ciò non servirebbe assolutamente a niente.

Marco Barone

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