Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'omofobia è la più grande bestemmia di questi tempi

Fin dall'antichità l'uomo andava alla ricerca del soprannaturale quando per mancanze cognitive, per ignoranza, non riusciva a spiegare determinati fenomeni fino ad arrivare all'estrema mitizzazione.Dai fulmini dell'uomo primitivo, ai fulmini di Zeus all'inferno di Dante il passo è breve, un passo breve che ha attraversato millenni. L'uomo ha avuto sempre la necessità di credere in qualcosa, per il timore del proprio essere limitato, per la non accettazione della mortalità e le religioni son diventante nel tempo anche mezzo per governare le masse passando attraverso la conservazione di riti che hanno visto nella contrapposizione tra paganesimo e cristianesimo  in realtà un filo di continuità. Penso all'idolatria pur con le sue varianti. Cioè la divinizzazione di un oggetto o di un'immagine creata dall'uomo. Mescolanze di riti, di tradizioni, di culti, appropriazioni indebite o meno. La religione ha sempre fatto parte della vita umana, una cosa normale anche se ancora oggi inspiegabile razionalmente. Così come ha fatto sempre parte della storia della vita umana, l'omosessualità. E veniamo all'oggi. A Trieste quando si è registrata la prima unione civile la sala matrimoni, anziché essere chiamata sala matrimoni e delle unioni civili è stata etichettata come sala Tergeste. E nell'ignoranza del tutto chi ha voluto riportare Trieste ai tempi della romanità, quando si chiamava Tergeste ha rimosso che nell'antico Impero Romano l'omosessualità era totalmente normale, talmente normale ed accettata che il razzista Giovenale, così si tramanda, avendo attaccato l'Imperatore Adriano per la sua relazione con Antinoo, venne esiliato forse in Egitto. Ad Udine ci sarà l'importante FVG Pride, ma per non turbare la sensibilità dei "credenti" la marcia dell'amore non sfiorerà quel luogo ove si dovrebbe comunemente professare amore, il Duomo. Opportunità(?). In un tempo dove a queste iniziative spesso seguono in alcune località processioni riparatorie. Eppure il più grande amore della storia, amore astratto, idilliaco, avviene proprio nella Chiesa, dove uomini amano un uomo dove donne amano una donna, Gesù e Maria nei confronti dei quali viene esercitata piena dedizione. Amore. Ma nella contraddizione in essere della più importante religione dell'Occidente non si sostiene l'amore comune omosessuale, perchè la famiglia sarebbe quella solo tra donna e uomo. Che è cosa diversa dalla famiglia naturale come concepita nella nostra Costituzione dove per naturale si intende il principio che vuole la famiglia come soggetto autonomo rispetto alla figura dello Stato, niente di più, niente di meno. Non pretendo che la religione faccia aperture o forzi le sue dottrine, ciò non mi riguarda, ma ciò che trovo intollerabile è che la religione possa esercitare ingerenza nella vita ordinaria di uno Stato e società civile negando l'amore per una sua distorta ed anacronistica ed anche contraddittoria visione della società. Tale negazione di amore che facilita la via dell'omofobia è anche una grande bestemmia, forse la più grande di questi tempi.

Marco Barone

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