Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

A Gorizia si vuole chiudere la Commissione Territoriale? Bene. Allora chiudiamo anche Prefettura,Questura e Tribunale


 

Le Commissioni Territoriali sono gli organi deputati all’esame delle domande di protezione internazionale ed ospitare una simile struttura dovrebbe essere un grande onore vista la delicatezza e l'importanza delle questioni che tende ad affrontare. Ma a Gorizia non è così. E' stata percepita come un fastidio e dunque depotenziata. E' ovvio che se una città ospita una simile struttura vedrà una maggiore concentrazione di richiedenti asilo. Non è che scelgono Gorizia perchè è come Londra, Parigi o Berlino, visto che Gorizia non è neanche l'ombra di queste capitali. Ma per necessità. Una città che non si è mai strutturata per gestire tale situazione dove l'omissione di soccorso nei confronti dei migranti è diventata la normalità, dove si è abusato del sistema del volontariato. La politica dell'accoglienza diffusa è clamorosamente fallita nell'Isontino, anche per deboli ed inconsistenti politiche provinciali in materia ed anche regionali.  Eppure quella dell'accoglienza diffusa è l'unica via da perseguire. E' inutile continuare ad irrigidirsi. Chi ne paga le conseguenze sono i migranti e la pazienza dei goriziani. Gorizia risponderà alla storia e non solo alla storia per come si è comportata su tale drammatica questione. Si vuole chiudere la Commissione Territoriale? Bene. Chiudiamola, perchè Gorizia non è degna di ospitarla. Ma visto che non è più capoluogo di provincia, a questo punto devono essere chiuse anche una serie di strutture. Penso al Tribunale, in continua sofferenza, alla Questura, che cade letteralmente a pezzi da tempo, alla Prefettura la cui principale ragione di esistere è correlata alla questione dell'immigrazione. Prendere questo bel pacchetto, Commissione, Questura, Tribunale, Prefettura e trasferirlo nel Territorio del Basso Isontino, dove forse avrebbero, anzi hanno maggiore ragione di esistere rispetto ad una Gorizia sempre più vuota. Chiudere la Commissione Territoriale avrà delle conseguenze che non saranno indolori per una città di periferia estrema che pare avere timore anche del proprio respiro.

Marco Barone

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