C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Portogruaro: riuscita l'iniziativa antifascista sul giorno del ricordo, nonostante i tentativi di censura


Se c'è un momento storico dove in Italia si registra la sospensione della democrazia, una violenza enorme nei confronti della storia, della libertà di espressione, di parola, questo è sicuramente nel mese di febbraio in prossimità del giorno del ricordo, giornata diventata oramai verbo per le menzogne storiche, le strumentalizzazioni, le mistificazioni, e le negazioni di cosa è stata realmente la storia, che non può essere ricondotta ad un banale estratto. Ogni anno si verificano sempre divieti, censure, negazioni di sale pubbliche, con motivazioni che alla fine coincidono sempre nell'intento, e non vi è colore politico che tiene, in sostanza tutto quello che va contro la verità, che verità non è, del sistema nazionalistico, non può passare la porta della libertà di espressione, di critica, di pensiero.  Giorno strumentalizzato all'ennesima potenza per fini nazionalistici, revisionistici, ed è noto che l'intento di tanti è quello di "ricordare per ritornare" insomma riprendersi ciò che è stato italiano per un piccolo cortocircuito storico e di brevissima durata temporale. Parlare in questi giorni, senza negare l'esistenza di foibe od esodo, ma semplicemente spiegando attraverso almeno oltre un secolo di storia perchè è accaduto quello che è accaduto, come è accaduto, riconducendo tutto alla normale portata e non abnorme come accade quotidianamente, smentendo ogni menzogna e falsificazione, questo non si può fare, anzi vieni accusato di essere "negazionista" come quelli che negano l'olocausto. Cosa ovviamente totalmente infame e vigliacca. A Portogruaro si è svolta l'iniziativa sul giorno del ricordo, dove si è parlato in modo approfondito della vicende del confine orientale partendo dall'ultimo periodo dell'Impero Austro Ungarico per arrivare al memorandum di Londra. Doveva svolgersi in una sala comunale, ciò non è stato possibile, facile intuire il motivo, ma si è svolta ugualmente, grazie alla tenacia del collettivo stella rossa ed osservatorio antifascista nord est,sì in un luogo "privato" ma aperto al pubblico, dunque l'iniziativa è stata pubblica come importante la partecipazione. Non è passata inosservata la presenza di diverse forze dell'ordine, questo perchè chi parla in questi giorni mettendo in discussione l'essenza ed il cuore di una delle peggiori leggi mai scritte in Italia in materia di memoria storica e con alte finalità nazionalistiche, è a rischio di attacco da parte di qualche gruppetto reazionario squadrista di matrice fascista. Si deve essere consapevoli della gravità della situazione, ma anche della importanza di non cedere, privato o pubblico che sia il luogo, quel giorno od in prossimità di questa ricorrenza si deve dire quello che va detto, contestare quello che deve essere contestato, affermare ciò che si deve affermare perchè l'antifascismo passa anche attraverso la demolizione di quel cuore nero che anima il giorno del ricordo che ha strumentalizzato sofferenze e drammi di diverse persone per altri fini. Piero Purini ha attraversato con la sua importante narrazione un pezzo di storia con la quale non è possibile alcun tipo di conciliazione o riconciliazione, e le diverse iniziative che seguiranno nei prossimi giorni si continueranno a porre su questa linea, la linea della verità, contro la menzogna del revisionismo storico, la verità che nuoce al nazionalismo ed a quel sentimento proprio del risorgimento che in Italia ha prodotto solo disastri.
Marco Barone

Foto di copertina tratta da 
Collettivo Stella Rossa - Nordest

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