Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

La relazione DIA sul primo semestre 2016:in FVG la presenza di mafia e 'ndrangheta è ampiamente documentata





Sono anni ed anni che il territorio del FVG è monitorato dagli organismi operanti nel settore dell'antimafia ed anno dopo anno i segnali di allarme aumentavano per arrivare alla situazione attuale che vede la DIA, nella relazione appena pubblicata nel sito del Parlamento, riguardante il primo semestre del 2016,affermare in modo inequivocabile che la presenza di mafia e 'ndrangheta nella nostra regione è ampiamente documentata. E le inchieste recenti fatti anche dalla stampa locale altro non hanno fatto che confermare ciò. Oramai ci sono, e sono un problema con il quale non si può e non si deve convivere, ma un problema che va contrastato con tutti i mezzi leciti possibili soprattutto prima che queste organizzazioni criminali si strutturino, prima che arrivino, ad esempio, le 'ndrine del FVG. Ma quanto siamo realmente preparati? Mafia ed ‘ndrangheta sono i due capitoli in cui si parla specificatamente del Friuli Venezia Giulia. Venendo al contenuto della relazione. 
Per quanto concerne la mafia siciliana, Veneto e FVG vengono trattate insieme. Per quanto riguarda il FVG viene segnalato che" il Centro Operativo di Palermo ha eseguito anche in provincia di Pordenone, una confisca nei confronti di un imprenditore edile palermitano, le cui possidenze immobiliari e le transazioni finanziarie effettuate su conti personali e societari sono risultate, in realtà, riconducibili a cosa nostra palermitana. Le società di riferimento avevano, infatti, assunto il ruolo di interfaccia e di collegamento con il mondo economico legale, riciclando il denaro proveniente dalle attività delittuose di cosa nostra, anche fuori dalla Sicilia. È della Guardia di Finanza, invece, il provvedimento di sequestro eseguito anche ad Udine, con riferimento al patrimonio di un altro imprenditore, sempre palermitano e sempre collegato a cosa nostra. In tale relazione si evidenzia che si è spontaneamente costituito un pregiudicato domiciliato ad Udine ed organico alla famiglia BRANCACCIO, condannato per il reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso."
Sempre con  riferimento al Veneto e FVG si sottolinea che "sebbene non immediatamente riconducibile ad un contesto di tipo mafioso, si registra un certo attivismo di criminali di origine siciliana, inseriti in associazioni per delinquere autoctone dedite a reati di tipo predatorio o inerenti agli stupefacenti. Nel semestre, il fenomeno è documentato da più operazioni di polizia che hanno condotto all'arresto di pregiudicati coinvolti in rapine ad istituti di credito e nel traffico internazionale di droga. Tra queste, vale la pena di richiamare le operazioni collegate "Vecchio Borgo" e "Apocalisse", concluse dalla Guardia di Finanza di Trieste e Venezia ed a seguito delle quali è stata smantellata un'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, attiva tra la laguna veneta e Milano".

Per quanto concerne la voce ‘ndrangheta si segnala che “nel corso degli ultimi anni è stata ampiamente documentata la presenza in Friuli Venezia Giulia di soggetti legati a famiglie mafiose siciliane, ma anche a cosche calabresi. D'altra parte è reale il rischio che un'area a forte vocazione industriale come quella friulana, caratterizzata da un tessuto imprenditoriale costituito da piccole e medie imprese, possa subire, in un momento economico particolarmente delicato, l'infiltrazione da parte di ambienti criminali attraverso il ricorso ad una silente contaminazione del sistema produttivo." 
Quanto alle modalità di azione delle cosche, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo segnala, nella sua ultima Relazione Annuale, nell'approfondimento dedicato al Distretto della Corte di Appello di Trieste, "un significativo accrescimento di elementi attestanti che, se ancora non è configurabile la struttura di vere e proprie 'ndrine, risulta non equivocabile che talune direttive, concernenti le attività delittuose nell'area nord orientale in esame, provengano da soggetti vicini ai sodalizi di tipo mafioso". "Sul piano fattuale, la presenza nella Regione di elementi organici alla 'ndrangheta è stata innanzitutto registrata con riferimento a ditte operanti nel settore edile, estrattivo, del trasporto in conto terzi e del l'industria meccanica. Vanno letti, pertanto, con la giusta attenzione i riflessi che hanno avuto sulla regione le attività concluse dalla Polizia di Stato, nel mese di maggio, con il sequestro di beni per un valore di circa 25 milioni di euro, a carico di un gruppo criminale comprendente esponenti della 'ndrangheta, della camorra e della nota famiglia dei CASAMONICA. Tra le varie aziende sottoposte a sequestro in applicazione di une Misura di Prevenzione emessa dal Tribunale di Roma, figura, infatti, anche una impresa ditta di produzione di attrezzature industriali, con sede in provincia di Pordenone, già sottoposta a procedura fallimentare."   Da segnalare, infine, che nel solo primo semestre del 2016 sono ben otto le persone arrestate per corruzione, "solo" quattro in tutto il 2015 e guardando i dati pregressi è un fenomeno certamente in fase di crescita.
Marco Barone 

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