C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

8 settembre '43 la cerimonia ai Cantieri navali di Monfalcone (foto)




Come da tradizione resistente, anche in questo 2016, si è voluto celebrare l'8settembre. Giorno fatidico per l'Italia. Presenti varie delegazioni delle sezioni ANPI, diversi operai, diverse soggettività, presenti anche il Sindaco di Monfalcone e di Staranzano. Assente il Comune di Ronchi, di cui era presente la sezione ANPI, ma sono due cose diverse.
Dicono che il Comune di Ronchi non ha mai partecipato a questa iniziativa. Sinceramente mi sfugge il motivo. Sfugge il motivo che possa giustificare tale assenza, rilevato che saranno proprio i "cantierini", le tute blu dei cantieri navali di Monfalcone a costituire il grosso della Brigata Proletaria che si formerà a Selz di Ronchi. Importanti gli interventi, in un contesto sociale ove le libertà sono continuamente a rischio, i razzismi incrementano, i muri sembrano essere la normalità, e sistemi di controllo invasivi nei confronti dei lavoratori si affermano con normalità nei luoghi di lavoro. In un contesto sociale deprimente, opprimente, dove i diritti sono sempre più storti. Ma la speranza esiste, e la speranza trae forza proprio da queste giornate e dal sacrificio immenso compiuto dai nostri partigiani, per quella libertà, per i diritti, che reputiamo come scontati, quando di scontato non vi è proprio un bel nulla.
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Marco Barone 














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