Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'umiltà in politica, questa sconosciuta


“Fundamentum democraticae republicae libertas”. Aristotele scriveva che il fondamento dell’ordinamento democratico è la libertà . Ma anche che “ il primo fondamento della democrazia, poi, è comandare ed essere comandati alternativamente. Ed infatti è giusto, democratico ed egualitario considerare non in base al valore ma al numero, e, se questo è giusto, è necessario che il popolo abbia il potere e, ciò che soddisfi la maggioranza sia anche il giusto ed il fine. Dicono infatti che è necessario che ciascun cittadino possegga il medesimo potere, cosicché in democrazia abbiano più potere coloro che sono senza mezzi di coloro che ne hanno molti; infatti sono di più, perché si è deciso che abbia valore ciò che è parso meglio alla maggioranza. Questa è la prima dimostrazione della libertà, che tutti i sostenitori della democrazia ritengono tratto caratteristico della loro forma di governo; in secondo luogo poter vivere come ciascuno desidera: questo dicono che sia il compito della democrazia, benchè allo schiavo non sia concesso di vivere come desidera.”Ma Aristotele in altri scritti ricordava anche che “è proprio degli uomini, avere la percezione del bene, del male, del giusto e dell’ingiusto e delle altre cose. E la comunanza di queste cose crea la casa e la città.” Principi validi ancora oggi, ma ignorati, o meglio superati dall'egoismo, dalla presunzione, dall'arroganza, dal protagonismo, dal clientelismo, dal personalismo. Senza umiltà non vi potrà mai essere buona democrazia e senza buona democrazia non vi potrà mai essere libertà. Governare una città, governare una Regione, governare un Paese è una cosa complessa, difficile ed articolata. La politica non deve essere una professione, la politica è tutela del bene comune, ed il bene comune deve prevalere sempre sull'interesse personale e particolare. Tutti i cittadini devono avere il diritto ed il dovere di esercitare un ruolo di “rappresentanza”, questo non può essere solo esclusività di poche persone. Altrimenti non sarebbe più politica, democrazia e libertà, ma personalismo, quello che giorno dopo giorno manda in rovina il nostro non più Bel Paese. Avere la percezione del bene e del male, quando si è travolti dal proprio protagonismo, è cosa ardua da maturare, non si avrà più il senso del giusto e dell'ingiusto, poiché giusto ed ingiusto saranno ridimensionati al proprio ego, al proprio non essere ma apparire, alla propria irrisoria dimensione minimalistica e particolare che demolirà il bene comune, ed in tale contesto non sarà possibile raggiungere quella comunanza di Aristotele che porterà alla edificazione della casa e della città, ma porterà alla edificazione della propria casa e della propria città, che non sarà quella comune e realizzata nell'interesse della collettività, ma unicamente nell'interesse particolare, quello che compromette ogni sana e giusta amministrazione della cosa pubblica.

Commenti

  1. OTTIMO ARTICOLO MA INADATTO AD UN PAESE SEMPRE PIU' SULLA STRADA DELLA SCHIAVITU'.

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