Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

La strada delle due guerre che unisce Gorizia con Trieste, il " Vallone"







Parte dal «roccione di Randaccio» e dai «Lupi di Toscana», per arrivare alle porte della "Santa" o "Maledetta" Gorizia. La strada del Vallone, ufficialmente Strada Statale 55 dell'Isonzo unisce il territorio di Trieste con quello di Gorizia, attraversando momenti di storia importanti e devastanti. La strada delle due guerre, la "grande guerra" e la guerra di liberazione. Monumenti ai partigiani, e rimanenze della prima guerra mondiale ti ricorderanno ciò. Come la cappella Ungherese, che sfiorerai, come il cimitero di Merna/Miren , dove la mano francese ha diviso corpi ed anime nel nome della pace. Quando attraversi quella strada, che ti regalerà momenti di stupore in alcuni momenti dell'anno, giunto in prossimità di Rupa, potrai perderti nella immensità delle montagne innevate,che cercano di donare normalità ad un luogo devastato dalle atrocità. Luogo di attesa, luogo di conquista, luogo di liberazione, luogo di strage, come Peteano, a pochi minuti da questa lunga e tortuosa strada. Il solco del Vallone antico alveo del sistema fluviale Isonzo, Vipacco, è il solco dove i pensieri si perdono oggi nella frenesia di dover arrivare a destinazione.  Qui l'uomo ha vissuto e visto il buio della paura, ha ascoltato il rumore del fango, orco senza anima che non ha salvato uomini e donne dalla ferocia della guerra. Qui uomini hanno respirato l'aria umida e stanca di una vita che ora vivi con frenesia, nelle grotte della burocrate città ove siam schiavi, qui hanno combattuto contro ogni idea di schiavitù per quella libertà che  ora con naturalezza vivi, viaggiando con la tua auto, moto o bicicletta, per le vie del Vallone. Una strada che ha origine con i simboli dell'irredentismo italiano e fine con quella scritta Tito che domina il monte che sovrasta Nova Gorica, in queste due fotografie immobili nel tempo, vi è tutta la storia della strada del Vallone, che meriterebbe di essere raccontata, oltre che per la sua peculiarità paesaggistica, a dir poco meravigliosa che poco ha da invidiare alla splendida strada costiera, soprattutto per il suo carico di storia. Meriterebbe di essere raccontata con gli occhi di oggi, attraverso i fatti e gli eventi di ieri. 

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