La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

La strada delle due guerre che unisce Gorizia con Trieste, il " Vallone"







Parte dal «roccione di Randaccio» e dai «Lupi di Toscana», per arrivare alle porte della "Santa" o "Maledetta" Gorizia. La strada del Vallone, ufficialmente Strada Statale 55 dell'Isonzo unisce il territorio di Trieste con quello di Gorizia, attraversando momenti di storia importanti e devastanti. La strada delle due guerre, la "grande guerra" e la guerra di liberazione. Monumenti ai partigiani, e rimanenze della prima guerra mondiale ti ricorderanno ciò. Come la cappella Ungherese, che sfiorerai, come il cimitero di Merna/Miren , dove la mano francese ha diviso corpi ed anime nel nome della pace. Quando attraversi quella strada, che ti regalerà momenti di stupore in alcuni momenti dell'anno, giunto in prossimità di Rupa, potrai perderti nella immensità delle montagne innevate,che cercano di donare normalità ad un luogo devastato dalle atrocità. Luogo di attesa, luogo di conquista, luogo di liberazione, luogo di strage, come Peteano, a pochi minuti da questa lunga e tortuosa strada. Il solco del Vallone antico alveo del sistema fluviale Isonzo, Vipacco, è il solco dove i pensieri si perdono oggi nella frenesia di dover arrivare a destinazione.  Qui l'uomo ha vissuto e visto il buio della paura, ha ascoltato il rumore del fango, orco senza anima che non ha salvato uomini e donne dalla ferocia della guerra. Qui uomini hanno respirato l'aria umida e stanca di una vita che ora vivi con frenesia, nelle grotte della burocrate città ove siam schiavi, qui hanno combattuto contro ogni idea di schiavitù per quella libertà che  ora con naturalezza vivi, viaggiando con la tua auto, moto o bicicletta, per le vie del Vallone. Una strada che ha origine con i simboli dell'irredentismo italiano e fine con quella scritta Tito che domina il monte che sovrasta Nova Gorica, in queste due fotografie immobili nel tempo, vi è tutta la storia della strada del Vallone, che meriterebbe di essere raccontata, oltre che per la sua peculiarità paesaggistica, a dir poco meravigliosa che poco ha da invidiare alla splendida strada costiera, soprattutto per il suo carico di storia. Meriterebbe di essere raccontata con gli occhi di oggi, attraverso i fatti e gli eventi di ieri. 

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