Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Dedicare questo 25 aprile a Giulio Regeni


Torturato come i nazifascisti torturavano i partigiani, ma con una differenza, i partigiani erano in guerra, Giulio Regeni era in Egitto per studiare, comprendere, conoscere. La conferenza stampa del 29 marzo è stata di una emozione unica. Ascoltare i genitori di Giulio è stato un qualcosa di indescrivibile. Trattenere le lacrime è stato difficile. Quelle lacrime che la madre di Giulio ha fermato, ed ha ribadito due volte il suo essere madre di Giulio, quando ha preso la parola nella sala Nassiryia del Senato della Repubblica. Fermate perché fino a quando non ci sarà la verità per Giulio le lacrime di una madre per il proprio figlio non potranno trovare spazio. E già questo basterebbe per comprendere il tutto. Giulio è stato rapito, torturato, ed ucciso. Pasolini direbbe sicuramente io so, e forse aggiungerebbe, questa volta ho le prove. E di indizi gravi, precisi e concordanti ve ne sono tanti, per arrivare alle cause della sua brutale uccisione, al mandante. Non è un caso isolato, è stato ribadito. Perché in Egitto di torture ed uccisioni similari ne sono già avvenute. E tante, ma ignorate. Non riguardavano occidentali, ed i fari dell'Occidente ignoravano, con grave colpa, questi crimini. Ma ora i fari sono puntati. E non basta la sola mobilitazione dell'Italia, ma è necessaria quella dell'Europa e soprattutto dell'Inghilterra, che si muove, in modo incomprensibile, in maniera certamente soft. Eppure Giulio era dottorando in economia dell’università di Cambridge, al dipartimento di politica e studi internazionali. Questo tremendo caso, ricorda molto, quello di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il caso Alpi/Hrovatin attende ancora oggi piena giustizia. La verità, dopo anni ed anni sta venendo fuori. Altro che rapina o tentativo di sequestro andato male. Sono stati uccisi perché loro erano l'obiettivo, per le loro inchieste scomode che colpivano interessi economici e criminali enormi e specifici. Ufficiale e non ufficiale. Incidente o tortura. Depistaggi. Ipotesi che uccidono ogni volta Giulio, e non solo Giulio, ma mai quanto ora l'ufficialità si scontra con la non ufficialità. Proprio come accaduto nel drammatico caso di Ilaria e Miran. Verità per Giulio, verità per Ilaria e Miran, verità per chi, per amore del proprio lavoro, dei propri studi, dei propri ideali, è stato barbaramente ucciso. Ed è importante che il FVG e l'Italia tutta non chini la testa su questa  vicenda, è importante che anche l'Europa si faccia sentire. Ed è fondamentale stringersi intorno alla famiglia di Giulio ed alla sua comunità, non solo oggi, in questo momento di dolore, ma almeno fino a quando giustizia piena e verità assoluta e non relativa non sarà fatta. Ed anche per questo penso che sia cosa importante e giusta dedicare questo 25 aprile a Giulio Regeni.

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