La Sala del palazzo Attems per lo svolgimento del convegno era stata richiesta dal consigliere PRC della provincia di Gorizia Dario Furlan, per iscritto, via mail, alla Provincia di Gorizia che attualmente è governata dal Pd. E non era emerso alcun tipo di problema, né politico né tecnico, tanto che la sala, per quello che è stato riferito a Resistenza Storica, risultava essere stata concessa. Ma, subito dopo la pubblicizzazione dell'evento in rete, da parte di Resistenza Storica, arriva una prima notizia di richiesta di spostamento dell'iniziativa. Poi, il giorno 8 febbraio, a ridosso del 10 febbraio giunge notizia informale che per una presunta inopportunità politica la sala non verrà più concessa per il 10 febbraio. Il motivo è in sostanza perché il 10 febbraio è il giorno del ricordo, come da legge e va rispettato, e dunque la nostra iniziativa viene vista come non rispettosa né della legge né del 10 febbraio. Negazionisti! Allucinante. Eppure...ecco quanto scrive il Presidente della Provincia di Gorizia, del PD:
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Ilaria Cecot assessore della Provincia di Gorizia |
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Ema Traini Consigliere Comunale Gorizia |
A quanto pare a Gorizia il 10 febbraio possono avere agibilità democratica nei palazzi delle nostre Istituzioni, quindi di tutti, solo i cultori della memoria condivisa. Chiamasi regime antidemocratico. Eppure la Legge sul giorno del ricordo dice espressamente che il 10 febbraio viene riconosciuto come tale "
al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Ed anche che "è favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende." Ma tutti coloro che osano delle critiche avverso il revisionismo storico e la memoria condivisa, in quel giorno, assunto oramai per come strutturato nella sua sostanza a verità nazionalistica di Stato, gli storici, i critici, gli studiosi non allineati, in un contesto perfettamente legale, costituzionale e legittimo, non hanno diritto di parola alcuno. Ed il tutto in una città dove si svolgono manifestazioni di Casapound, i fascisti del terzo millennio, e che le
recenti inchieste dell'Espresso hanno ben evidenziato di cosa stiamo parlando, "un arresto ogni tre mesi, una denuncia a settimana", una città che accoglie nella sua sede istituzionale, quale il Comune,
chi fa il saluto fascista, e chi celebra la battaglia di Tarnavova, quale la Decima Mas, che Repubblica, proprio sul caso di Gorizia, ha così definito "flottiglia di torturatori e fucilatori fascisti che in Friuli Venezia Giulia operò anche per il Terzo Reich". A Gorizia vi è un problema enorme di agibilità democratica, ed è ancora più grave quando l'inopportunità politica, ergo convenienza politico elettorale, di certe e date iniziative, viene sollevata da parte di una certa sinistra governativa. E poi mischiare la convenienza politica con la ricerca storica è una cosa che si commenta da sola per la sua gravità. Insomma il 10 febbraio non tutti hanno il diritto di parlare, salvo, ad esempio, quelli che vanno in alcune scuole d'Italia, a "ricordare per ritornare" con tanto di locandina pubblica, nelle terre ancora oggi contese da una parte del nazionalismo nostrano, come l'Istria.
Il 10 febbraio è un giorno ove la democrazia salta, un giorno ove ogni critica viene liquidata nella formula becera e vigliacca di negazionismo o giustificazionismo. Ennesima pagina buia e nera per Gorizia e non solo. Nonostante tutto il 10 febbraio si svolgerà presso il bar Aenigma di via Nizza 2 in Gorizia, alle ore 16, un momento assembleare dove si invita tutta la cittadinanza a partecipare per denunciare pubblicamente quanto accaduto a Gorizia nel giorno della memoria condivisa di Stato.
Sramota-vergogna!
RispondiEliminanon mi piace per niente il clima di revisionismo, di nazionalismo che si respira a Gorizia e trovo assurdo che venga negata la sala in seconda battuta.
RispondiEliminacercherò di partecipare almeno all'incontro all'Aenigma.
sranje-merda!!!
RispondiEliminaChe schifo. Nell'intervento di Gherghetta si vede tutta l'ignoranza o la malafede del caso chiamando un'iniziativa di dibattito ed inquadramento storico non nazionalista come un qualcosa di negazionista. Cioè tutto ciò che non é allineato con le versioni propagandistiche stile lega nazionale sarebbero negazionismo. In sostanza il 10 febbraio é il giorno dove esiste solo la 'verità' nazionalista e dogmatica che fa comodo allo stato. E' il giorno dove la democrazia muore per far spazio al pensiero unico. Questa é antidemocrazia, questo é totalitarismo culturale.
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