Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Capodanno e come sempre arriva la litania botti o non botti



Botti o non botti? Questo è il dilemma amletico che pare dominare i dibattiti politici, sociali e cittadini in FVG ma anche in diverse parti d'Italia. Tra chi dice che solo il Comune è legittimato ad effettuare i botti di fine anno, e chi neanche questo vorrebbe. Tra ordinanze di divieto assoluto ed ordinanze relative. E nel mentre di tutto ciò, i botti sono già stati venduti in gran parte della regione ed in questi giorni che accompagnano il fine anno, è difficile non sentire le canoniche esplosioni da petardo e similari. Forse dovevano pensarci prima. Certo, si può sempre limitare il danno da boato, ma come controllare il territorio a tappeto? Qualcuno forse vorrà schierare l'esercito? Come accaduto al confine con i migranti? Anche se la scusa era il terrorismo? Botti o non botti, non si può rimettere il tutto alla singola discrezione delle amministrazioni comunali, se proprio devono essere vietati, mandando anche in rovina chi in tale settore ci opera, sarebbe necessaria una legislazione nazionale. E comunque è innegabile che quando arriva la mezzanotte, tutti non aspettano altro che i fuochi d'artificio. Per anni ci hanno bombardato mediaticamente con i fuochi e gli spettacoli pirotecnici che caratterizzano questa festa, in tutto il mondo.  Ed ora cosa si vorrebbe fare? Di punto in bianco scoprirsi tutti animalisti esagitati e vietare i fuochi d'artificio di fine anno? Ipocrisia pura. Non è con i divieti dell'ultimo secondo che si diventa animalisti, ma è necessaria la cultura ed una certa sensibilità. Il fatto che ogni fine anno si ripresenti sempre e sistematicamente questo problema, ciò altro non significa che non hanno niente di meglio a cui pensare buona parte dei politicanti perbenisti. Avevano 364 giorni di tempo per intervenire in modo intelligente in materia. Ma non è stato fatto. Ed ora è tardi. 
Buon fine anno, con o senza botti. 

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