Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

In provincia di Gorizia diverse misure cautelari su disposizione della DDA


Recentemente è stato lanciato l'allarme sulla questione mafie ed in particolar modo sull'attenzione della 'ndrangheta, che spadroneggia nel campo della cocaina, in provincia di Gorizia, territorio che vive una grande depressione a livello sociale ed economico e dove l'attenzione della criminalità organizzata sussiste.  La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno eseguito, nelle prime ore del 21 ottobre, una decina di misure cautelari nell’ambito di una vasta operazione antidroga avviata in provincia di Gorizia. Analoghe misure, per un totale di 51 ordinanze emesse dalla D.D.A. di Milano, sono state eseguite in altre province italiane. Dal comunicato reso noto dalle autorità emerge che "i  fatti risalgono ad una sera del marzo 2010 quando, durante un intervento per lite in famiglia a Grado (GO), un uomo confessò che la sua particolare esagitazione era dovuta al consumo di cocaina indicando altri consumatori e fornitori. Da lì iniziò un’attività d’indagine, indirizzata nei confronti del soggetto che effettuava viaggi da Milano verso la provincia di Gorizia trasportando la cocaina all’interno di un vano nascosto ricavato al posto dell’airbag lato passeggero della sua Mini Cooper, per poi venderla a consumatori locali. Il suo arresto in flagranza di reato avvenne il 24 aprile successivo, allorquando P.P. fu fermato proveniente da Milano alla guida della sua Mini Cooper; con sé aveva 40 grammi di cocaina e 14.000 euro in contanti. Fu la svolta verso il livello superiore, quello dei fornitori milanesi inseriti in un vasto giro coinvolgente un gran numero di persone, contemporaneamente indagate anche da altri Uffici.(...)". L’indagine prese il nome di “Cooper”, dal nome della vettura utilizzata e il suo nascondiglio segreto.  Da quei fatti è intercorso del tempo, necessario allo sviluppo delle attività investigative, alla raccolta degli elementi ed al magistrato della D.D.A. di Milano per formulare la sua richiesta con ben 189 capi d’imputazione al G.I.P. emittente le misure cautelari eseguite nella mattinata del 21 ottobre 2015. Insomma una operazione di grande rilievo e che conferma la problematicità sussistente anche in FVG e nel goriziano su tale questione, che non può più continuare ad essere sottovalutata dalla politica in primo luogo. Così come da approfondire sono i legami che possono sussistere tra il goriziano e l'area del milanese ove la 'ndrangheta e non solo esercita un dominio a dir poco inquietante. 

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