La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Cent'anni a Nordest, riempito l'auditorium di Ronchi di persone e con importanti contenuti


Nonostante una bella giornata di sole di fine estate, l'Auditorium di Ronchi, ha fatto il pieno. Riuscita l'iniziativa, organizzata da Arci E. Curiel, Ronchi dei Partigiani, Liberatorio D'Arte, Libreria linea d'ombra di Ronchi con partecipanti giunti anche da diverse zone del "nord est". Ha introdotto l'iniziativa Luca Meneghesso, poi vi è stato il mio intervento, quello di Piero Purini ed infine di Wu Ming 1. Diverse le domande giunte dal pubblico, e dopo un paio d'ore di sana storia, come a noi piace raccontarla, dalla parte della ragione, contro ogni faziosa retorica e demagogia nazionalistica, aspettando il libro Ronchi dei Partigiani, previsto entro la fine di questo anno, per essere presentato, da Venezia a Fiume, passando, ovviamente per Ronchi e non solo, la nostra cittadina ha vissuto un momento importante, di confronto, di analisi, di approfondimento storico, attraverso il nuovo libro di Wu Ming1, che è ricco di pillole finalizzate a stroncare quelle tossine che alimentano il nazionalismo, di qualsiasi colore esso sia, male assoluto di questa società. L'iniziativa si è conclusa con un sano auspicio, ovvero che nessuna amministrazione comunale si presti più a sostenere, a partecipare, direttamente o meno, ad iniziative come quella del 12 settembre, che celebrano la marcia di occupazione di Fiume, anche per una questione di ovvio buon senso. Fiume è una città croata, e continuare a celebrare, tramite la maschera del ricordo, quella marcia di occupazione, antesignana del fascismo e di quella su Roma, può creare enormi problemi anche a livello di diplomazia internazionale e non solo. D'altronde è noto che sono in tanti ad auspicare un "ritorno" ma questo ritorno nelle città e terre contese dal nazionalismo italiano se lo possono ben scordare ed i primi passi, per la costruzione di una nuova società, un mondo senza realmente più confini e nazionalismi, da intraprendere devono essere semplici, banali anche se non scontati, ovvero se non proprio vietare certe iniziative, almeno non sostenerle e non parteciparvi.



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