Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Camminando per Pizzo e pensando a Gorizia



Cosa unirà la meravigliosa città del gelato, del tartufo per la precisione, con la bella Gorizia? Sicuramente l'esaltazione per il risorgimento italiano, hanno dedicato un castello a Murat, dove lì venne fucilato, noto per il suo proclama di Rimini e nel volgo come il Re francese che anticipò il risorgimento nostrano. Certo, i napitini in verità lo insultarono e cercarono anche di aggredirlo, ma questo poco importa, quello che conta è unire l'Italia nel nome del Risorgimento e poi Garibaldi. Già. Anche il luogo ove lui magari si è fermato per andare in bagno in qualche paese o città italiana è forse ricordato da una targa a dir poco epica, così come accade in quei luoghi, diventati quasi mistici, ove si è fermato per respirare, come al parco della Rimembranza di Vibo.
Che poi in Italia i borboni o gli austriaci hanno dominato per secoli questo poco deve importare e che la popolazione fosse avversa all'Italia, conta altrettanto poco o nulla.  
No, non è questo che mi viene in mente, e neanche i tanti caduti, sottratti dalla loro terra per andare a crepare senza età per conquistare ed occupare Gorizia o Trieste o Trento.
Bensì l'ascensore. Il pensiero ritorna sempre su questa, diciamo, chicca tutta nostrana che unisce nord e sud. Quello di Pizzo, che termina con un fungo velenoso per l'architettura secolare lì sussistente e vivente ed ora morente, dopo una sorta di inaugurazione e lustri di peripezie, non è mai entrato in funzione.
Ma un giorno entrerà in funzione? A Pizzo dicono che è più facile fare un terno al lotto. E le belle scalinate, faticose certo, ma sempre così è stato in Pizzo, diventeranno una cosa da antiquati e parte della particolarità di questa località andranno in frantumi. Quello di Gorizia è simile, però è certamente più invasivo rispetto a quello di Pizzo, non un fungo velenoso, ma una colata violenta di cemento bianco, che magari verrà accompagnata da qualche futuristica dannunziana scia rossa per completare, con il poco verde lì rimasto, l'ovvio tricolore e ricordare che l'Italia è unita, non tanto da Murat, o Garibaldi o per la brutale morte che ha massacrato migliaia di migliaia di migliaia di giovani, specialmente meridionali, come ricorda una delle tante targhe sempre collocate al parco di Vibo,
ma da certe brutture che non conoscono, ed è proprio il caso di dirlo, alcun confine. 
Certo, se poi, alle brutture, si abbina anche il mancato funzionamento, o l'essere opera incompiuta, il tutto assume un sapore ancora più aspro. Ed allora più tartufi per tutti e la vita ti sarà più dolce, od in alternativa un sano tiramisù nell'attesa che l'ascensore o vada in funzione, o venga completato, o semplicemente archiviato e, perché no, anche demolito lasciando spazio al buon senso e rispetto dell'ambiente e del paesaggio ed anche della bellezza.
Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

L'italiano esodato... da Cherso