Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Come si pone il Comune di Gorizia con il corteo di Casapound dopo la delibera a favore di èStoria?



Il Comune di Gorizia avrebbe diversi motivi per dire no al corteo di Casapound previsto in città per il 23 maggio, giorno in cui ci saranno diversi dibattiti storici che toccheranno anche il fascismo con relatori noti anche per diverse questioni. Non vuole farlo, seguendo l'esempio di Ronchi, quando revocò iniziativa organizzata da realtà connessa a questa soggettività, "perché i promotori dell’Associazione e della conferenza risultano legati ad organizzazioni di matrice politica che si collocano al di fuori dell’arco costituzionale"? Non vuole farlo perché non condivide, come sostenuto da diversi opinionisti, la sussistenza dell'apologia della propaganda per la guerra? Non vuole farlo, in segno di rispetto della comunità slovena e di tutto ciò che essa ha patito e subito a causa del fascismo, prodotto reazionario della prima guerra mondiale, oltre che del nazionalismo reazionario? Mi domando, allora, come si pone il Comune di Gorizia, rispetto alla delibera del 19 marzo 2015, con la quale ha sostenuto l'iniziativa èStoria. Devo riportare integralmente alcuni passaggi: “Premesso che l’Amministrazione comunale intende continuare nel suo programma di interventi per valorizzare e promuovere Gorizia e il suo territorio, a livello nazionale ed internazionale, puntando a realizzare eventi culturali, di promozione turistica e di animazione in genere, valorizzando le iniziative promosse da soggetti privati e pubblici del territorio in un’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili in città, creando sinergie sempre maggiori come indicato nella Relazione Previsionale e Programmatica 2014– 2016, annessa al Bilancio di Previsione ed approvata con Deliberazione consiliare n. 10 del 01.07.2014; Considerato che il Comune di Gorizia ritiene che l’iniziativa, già denominata “La storia in testa” e che dal 2007 ha preso il nome di “èStoria”, debba avere prosecuzione nel tempo essendosi dimostrata un momento culturale qualificato e qualificante a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale poiché sono attesi in città numerosi storici, studiosi, giornalisti, scrittori, autori, artisti e testimoni del passato, italiani e stranieri, che animeranno il centro cittadino con incontri, dibattiti, interviste, presentazioni, novità editoriali, mostre ed escursioni a tema; Dato atto che iniziative di questo genere possono radicarsi nel territorio solo se, con una frequenza annuale, viene data continuità al percorso culturale richiamando visitatori e curiosi, anche in un contesto di valorizzazione turistica della città; Considerato che il Comune di Gorizia ritiene che l’iniziativa, che prevede una residenza artistica (con numerosi partecipanti da tutt’Europa) e cinque giorni di workshop, installazioni, live performance e spettacoli per indagare e agire sulla città attraverso le arti digitali e i linguaggi della multimedialità e dell’interattività, coinvolgerà e conseguentemente valorizzerà numerose zone del centro storico della città (piazza Vittoria, Corso Verdi, Piazza S.Antonio, Via Rastello, Galleria Bombi e zona antistante Mediateca, Giardini Pubblici, Piazza Transalpina) debba avere massima attenzione quale occasione per un’approfondita riflessione sulle dinamiche che legano spazi, persone e dimensione emotiva, anche attraverso le potenzialità offerte dai linguaggi della multimedialità e dell’interattività, utilizzando infatti le nuove tecnologie che offrono molte possibilità di esplorare ciò che della città non appare immediatamente visibile: la sua storia, le molteplici vicende delle diverse comunità, i rapporti sociali ed economici, ma anche le possibilità di immaginare e progettare il futuro(...)”. 
Quale compatibilità, quale coerenza, vi è tra i contenuti di questa delibera, ciò che rappresenta il festival èStoria, ed il non prendere una chiara posizione contro la manifestazione di Casapound a Gorizia?  "Tu ti definisci un "fascista del terzo millennio"? E' una definizione che mi ha dato un giornalista, ma devo dire che mi ci ritrovo". Questo, quanto dichiarato da colui che viene definito come il leader indiscusso di Casapound, nel 2012, all'Espresso. Se il Comune di Gorizia non provvederà a dire chiaramente no a questo corteo, significa che si ritroverà in tutto ciò, e l'immagine che rimarrà impressa, nella memoria di molti, turisti inclusi, per gli anni che verranno, non potrà che essere una sola, che forse è quella che alcuni vorrebbero, ma che la nostra Costituzione, per loro dispiacere, semplicemente vieta, almeno in teoria. Ora, quello che mi chiedo, ma se per caso, la manifestazione fosse stata solo indetta da antifascisti, antimilitaristi, o pacifisti, per condannare la retorica, la demagogia, la speculazione sulla grande guerra, per condannare i nazionalismi e così via discorrendo, il Comune di Gorizia, per come oggi governato, sarebbe stato così silenzioso o titubante nel dire che visto che vi è èStoria, vetrina internazionale assodata per la città, la manifestazione non s'ha da fare? 
Che sia ben chiaro, non si possono e non si devono mettere sullo stesso piano realtà come Casapound e quelle antifasciste, antimilitariste o pacifiste, però è innegabile che a volte i tecnicismi, la burocrazia, l'immagine, le "vetrine" sono un mero espediente utile e strumentale per colpire realtà politiche avverse alla demagogica, alla retorica nazionalista, destra o guerrafondaia. Insomma due pesi, e due misure, ed il tutto dipende dalla sensibilità politica o convenienza politica che si vuole seguire e conseguire. 

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