La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

E se la Bisiacaria, o Territorio, o Sinistra Isonzo, ritornasse sotto Trieste?

L'avevo scritto con ilarità, come provocazione,  e come breve riflessione al fatto che la Bisiacaria, nel noto gioco FRICO(senza più K), veniva riconosciuta solo come zona cuscinetto. 140 caratteri fermi, e..."se la Bisiacaria ritornasse sotto Trieste?".
D'altronde sono in tanti a pensarlo. Bisiacaria, o Territorio, o sinistra Isonzo, la cui forma, vista dall'alto e con l'attuale estensione dei comuni fondanti tale perla rossa nostrana, sembra ricordare un grande elefante di Pirro da guerra, un grande elefante che sfida la bora, un grande elefante che sfiora il Carso, un grande elefante che mira, con naturalezza, al golfo di Trieste dopo aver giocherellato con le acque del fiume. Territorio, definito in passato come “ l'ultimo grande lembo della pianura padana”, che dai castellieri al "ponte" romano di Ronchi, dalle invasioni dei Turchi, alle guerre austro venete, all'Impero Austro Ungarico, al Regno d'Italia, è stata frontiera e fronte, immensità ed amore per il mai tramontato frutto di Bacco. Fino al 1947 circa gran parte della Bisiacaria ha fatto parte del territorio di Trieste, se dovesse ritornare sotto Trieste non sarebbe un dramma, né una forzatura, certamente sarebbe la fine della provincia di Gorizia, che continua ad essere tirata, come una fune, tra Trieste ed Udine, ed a furia di tirare prima o poi la fune o si spezzerà, frantumandosi in mille pezzettini, alcuni inghiottiti da Udine altri da Trieste, oppure od Udine o Trieste, semplicemente, vinceranno questa contesa conquistandosi tale ambito premio. Che vada sotto Trieste o rimanga sotto Gorizia, a dire il vero non è un discorso che mi appassiona molto, certo, da amante di Trieste non mi dispiacerebbe mica il ritorno a casa della Bisiacaria, comunque vada a finire, sempre che mai abbia realmente inizio questa fantomatica contesa, l'importante è che i comuni facciano salva la loro autonomia e libera esistenza, perché il piccolo è la specificità della nostra regione, perché il piccolo è bello, ed anche funzionale per una sana vita sociale. 

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