Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Se dopo il caso drammatico di Santa Croce Camerina si invoca la sicurezza nazionale per le assenze degli alunni

Non voglio entrare nel merito del dramma che vive la famiglia del piccolo bambino di Santa Croce Camerina, di cui tanto si parla in questi giorni, ma una riflessione voglio effettuarla in merito a quelle voci che da più parti, specialmente a livello mediatico, sembrano consolidarsi, tanto da coinvolgere in un certo senso anche alcune autorità, chiamate a verificare se l'assenza del bambino era stata comunicata dalla scuola. Cosa si è detto in sintesi? Che le scuole, quelle primarie soprattutto, hanno il dovere di comunicare tempestivamente alle famiglie l'assenza dei propri figli e degli studenti, magari facendo una telefonata, perché il caso di Santa Croce Camerina dimostra come l'assenza degli studenti sia elemento di valutazione da far rientrare all'interno della sicurezza nazionale.
Se da un lato sicuramente il registro elettronico, quando entrerà a regime, potrà aiutare in tal senso, dall'altro è da rilevare che non emerge alcun obbligo e neanche dovere da parte delle scuole di dover comunicare tempestivamente alle famiglie l'assenza immediata dello studente considerato. Pensando alla scuola primaria, facendo una ricerca in rete, diverse circolari interne coincidono con questa previsione: "i docenti sono tenuti ad annotare, giornalmente le assenze degli alunni e ad informarsi della loro natura; le assenze vanno debitamente giustificate sul libretto delle giustificazioni, al momento del rientro a scuola; per assenze superiori ai 5 giorni va richiesto al rientro prioritariamente il certificato medico dal quale risulti che l'alunno è immune da malattie contagiose e che può essere riammesso alla frequenza". Sicuramente ci possono essere casi particolari, che andranno verificati singolarmente, ma certamente non può e non deve essere il caso singolo, per quanto drammatico e triste, a determinare obblighi incomprensibili ed insussistenti per le migliaia di scuole italiane. Da un lato perché le scuole non sono caserme, dall'altro perché non si può esercitare una simile attività di controllo, non tanto solo per questioni tecniche ed organizzative, ma anche per una questione di principio e patto di corresponsabilità che deve maturare tra gli studenti e la scuola, tra i genitori e la scuola.
Invocare il principio della sicurezza nazionale, anche se figlio di un processo emotivo, ma a parer mio premeditato, sul caso del dramma di Santa Croce Camerina, è inaccettabile, non solo perché si tratta di strumentalizzare un dramma per altri fini, ma anche perché sarebbe l'ennesimo tentativo di scaricare solo sulle spalle della scuola responsabilità e problematicità sociali, che non possono ricadere sulla stessa e neanche sul corpo docente o personale scolastico.

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