L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Se dopo il caso drammatico di Santa Croce Camerina si invoca la sicurezza nazionale per le assenze degli alunni

Non voglio entrare nel merito del dramma che vive la famiglia del piccolo bambino di Santa Croce Camerina, di cui tanto si parla in questi giorni, ma una riflessione voglio effettuarla in merito a quelle voci che da più parti, specialmente a livello mediatico, sembrano consolidarsi, tanto da coinvolgere in un certo senso anche alcune autorità, chiamate a verificare se l'assenza del bambino era stata comunicata dalla scuola. Cosa si è detto in sintesi? Che le scuole, quelle primarie soprattutto, hanno il dovere di comunicare tempestivamente alle famiglie l'assenza dei propri figli e degli studenti, magari facendo una telefonata, perché il caso di Santa Croce Camerina dimostra come l'assenza degli studenti sia elemento di valutazione da far rientrare all'interno della sicurezza nazionale.
Se da un lato sicuramente il registro elettronico, quando entrerà a regime, potrà aiutare in tal senso, dall'altro è da rilevare che non emerge alcun obbligo e neanche dovere da parte delle scuole di dover comunicare tempestivamente alle famiglie l'assenza immediata dello studente considerato. Pensando alla scuola primaria, facendo una ricerca in rete, diverse circolari interne coincidono con questa previsione: "i docenti sono tenuti ad annotare, giornalmente le assenze degli alunni e ad informarsi della loro natura; le assenze vanno debitamente giustificate sul libretto delle giustificazioni, al momento del rientro a scuola; per assenze superiori ai 5 giorni va richiesto al rientro prioritariamente il certificato medico dal quale risulti che l'alunno è immune da malattie contagiose e che può essere riammesso alla frequenza". Sicuramente ci possono essere casi particolari, che andranno verificati singolarmente, ma certamente non può e non deve essere il caso singolo, per quanto drammatico e triste, a determinare obblighi incomprensibili ed insussistenti per le migliaia di scuole italiane. Da un lato perché le scuole non sono caserme, dall'altro perché non si può esercitare una simile attività di controllo, non tanto solo per questioni tecniche ed organizzative, ma anche per una questione di principio e patto di corresponsabilità che deve maturare tra gli studenti e la scuola, tra i genitori e la scuola.
Invocare il principio della sicurezza nazionale, anche se figlio di un processo emotivo, ma a parer mio premeditato, sul caso del dramma di Santa Croce Camerina, è inaccettabile, non solo perché si tratta di strumentalizzare un dramma per altri fini, ma anche perché sarebbe l'ennesimo tentativo di scaricare solo sulle spalle della scuola responsabilità e problematicità sociali, che non possono ricadere sulla stessa e neanche sul corpo docente o personale scolastico.

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