Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

#Trieste: Il comitato esecutivo democratico ed antifascista italo sloveno del 17 maggio 1945

I segretari provinciali di Trieste,di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, Peter Behrens e Bruna Zorzini, intervenuti in merito al "caso Furlanic”, in una conferenza stampa,come riportato dal Piccolo del 21 ottobre 2014, hanno ribadito che «Furlanic ha ragione quando afferma che la data del 12 giugno 1945 non riveste alcun particolare significato per la città, se non quello di rappresentare il giorno nel quale Trieste quale Trieste passò da un’amministrazione civile, formata da cittadini di Trieste, che aveva sostituito quella militare iugoslava dal 17 maggio, a quella militare, anglo americana”. Ed è il caso di ricordare, proprio quella iniziativa antifascista, democratica e partecipata, come giustamente richiamata dai Peter e Bruna, che si è realizzata a Trieste  il 17 maggio 1945, fatto poco conosciuto e spesso ignorato.  Nella sera del 17 maggio 1945 Radio Belgrado comunicava che l'amministrazione civile di Trieste veniva affidata al Comitato esecutivo italo sloveno ed erano presenti alla cerimonia rappresentanti sovietici, americani ed inglesi. Nel Comitato, che assumeva la direzione del movimento antifascista della città, vi rientravano: unità operaia, fronte sloveno di liberazione, Partito Comunista Italiano, Italiani democratici indipendenti,Lega della gioventù slovena, Gioventù italiana antifascista, Lega femminile antifascista slovena e Lega femminile antifascista italiana. Tra gli scopi di questo Comitato, come comunicati pubblicamente, si evinceva in particolar modo la democratizzazione della classe dirigente della città, la ripresa della attività economica, il rafforzamento dell'unione e della fratellanza tra italiani e sloveni e la preparazione delle condizioni necessarie alle elezioni democratiche. Contestualmente, al Teatro Rossetti, si svolgeva l'assemblea per Trieste. Il corrispondente speciale della Reuter, come rileva l'Unità in un suo articolo del 19 maggio 1945, in prima pagina, dei rappresentanti presenti circa la metà parlava in italiano. “Nel gruppo di personalità più in vista che avevano preso posto sul palcoscenico del teatro, si notavano un prete e tre donne. Dietro di loro pendevano bandiere jugoslave, tricolori italiani con la stella rossa e bandiere alleate”.Tra le misure prese in considerazione, in modo democratico e condiviso e partecipato vi era la immediata istituzione del Tribunale del Popolo. Si riporta, sempre nell'articolo dell'Unità del 19 maggio 1945, giornale che come è noto non è mai stato benevolo nei confronti di Tito, la presa di posizione dell'ex sottosegretario di Stato americano  Welles il quale dichiarava che “nelle sistemazioni della pace del 1919, l'ex porto austriaco di Trieste venne ceduto all'Italia assieme alla penisola istriana ed a una parte del retroterra. Non vi può essere dubbio che nelle linee di demarcazione decise allora si commisero gravi ingiustizie etniche ed economiche. Molti slavi che abitavano l'Istria vennero posti sotto la sovranità italiana”.

fonte foto: Prima Pagina Unità del 19 maggio 1945

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