Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Gli omaggi della Camera dei deputati al Presidente Josip Broz Tito

Seduta del 6 maggio 1980, la Presidente Iotti si leva in piedi e con lei i deputati ed i membri del Governo. Debutterà con queste parole: “Onorevoli colleghi, la morte del Presidente Tito riempie il nostro animo di commozione e di profondo rammarico .Credo che questi siano i sentimenti comuni alla nostra Assemblea e agli uomini di pace e di progresso dinnanzi al compiersi di una esemplare vicenda umana e politica. Di questi sentimenti vogliamo rinnovare, ora e qui, la testimonianza all'amico popolo di Iugoslavia .Tito rientra nella storia del mondo moderno non solo come il capo di un popolo in lotta per la sua liberazione e indipendenza, ma anche come la guida di un paese che afferma, fra difficoltà e asprezze, la propria identità nazionale e cerca una strada originale per il proprio progresso”. Continuerà ricordando il ruolo di Tito, quale il suo essere “rivoluzionario e statista, Tito è stato il protagonista del travagliato ma ricco processo di affermazione di un'autonoma esperienza di socialismo fondata sui princìpi dell'autogestione”. Concluderà affermando che “nel rinnovare il nostro commosso cordoglio all'Assemblea della Repubblica federativa di Iugoslavia, auspichiamo che il popolo iugoslavo possa proseguire, in piena autonomia ed indipendenza, nel solco aperto dall'opera e dall'intelligenza del presidente Tito, il cammino sulla strada di progresso economico e civile ; e continui ad essere un grande punto di riferimento nell'interesse della pace in Europa e nel mondo”. Nel resoconto stenografico si leggerà: “Segni di generale consentimento. In questo momento di grande tristezza”. Prenderà, poi, la parola il democristiano Gaspari, ministro senza portafoglio, il quale ricorderà che “l'Italia si sente vicina ai popoli iugoslavi per la grave perdita che li ha colpiti e che li ha resi orfani di un uomo che aveva saputo condurre il suo paese lungo una direzione originale, sempre teso alla salvaguardia della sua indipendenza e alla ricerca del suo benessere. 
Gli va in parte riconosciuto il merito di aver attribuito una importanza prioritaria al superamento delle conseguenze di un passato drammatico e di essersi adoperato con tutto il peso della sua autorità per l'instaurazione di un nuovo clima tra le due sponde dell' Adriatico, non solo sul piano delle relazioni politiche, ma anche su quello dei contatti umani.
 I risultati di questa azione, cui collaborarono uomini eminenti di entrambi i paesi sono ora dinanzi ai nostri occhi. Sulla base dei princìpi dell'atto che ad Helsinki concluse la Conferenza per la sicurezza e la cooperazione europea, princìpi ribaditi, per quanto più direttamente ci riguarda, nel preambolo del trattato di Osimo, Italia e Iugoslavia hanno felicemente stabilito un modello esemplare di pacifiche e costruttive relazioni fra paesi governati da differenti sistemi socio-politici . Consolidare e sviluppare tale modello costituisce il migliore tributo che possiamo rendere alla memoria di Tito”. 
Poi, come è noto, la storia ha preso una piega diversa con il tracollo della Jugoslavia e con le immani responsabilità occidentali come emerse in tal senso.



fonte foto CNJ

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