Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Se un compagno di 26 anni si uccide, ciao Chucky

Un colpo secco.
E la vita finisce.
Non hai conosciuto Leonardo Vecchiolla, Chucky per i compagni. Hai sentito parlar di lui per la cronaca giudiziaria, eppure scoprirai che vi è molto da dover scrivere e ricordare su Chucky, e lo scoprirai, purtroppo, attraverso il peggiore dei modi, il suo gesto di questo inizio settembre. E' stato accusato e preventivamente punito, per i noti fatti accaduti in piazza, a Roma, in quel rivoltoso 15 ottobre del 2011.
Anche io c'ero quel giorno. Come dimenticare gli scontri duri e violenti, l'effetto accerchiamento, lacrimogeni sparati dall'alto, da un elicottero, la guerriglia, rumori sordi di una battaglia, voci della ribellione, repressione e spaccature di un movimento?
E poi quello che è stato lo sappiamo.
Di Chucky si è molto parlato per i fatti del 15 ottobre 2011.
Sbattuto in prima pagina come un criminale.
Poi, come si leggerà in Irpinia focus “ il trauma causato dalla carcerazione preventiva nel penitenziario di Chieti ha inciso non poco sulla sua psiche. (...)Fu poi scarcerato dal Tribunale del riesame di Roma per insussistenza del quadro indiziario(...) il processo è ancora in corso, a quanto pare, non sarebbero emersi ulteriori indizi a suo carico”. 
Ha scritto alcuni appunti per l'osservatorio sulla repressione, dove si possono leggere delle sue importanti testimonianze.
In una di queste, a proposito proprio delle vicende del 15 ottobre scriveva: “APPELLANDOMI ALL’ARTICOLO 10 DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO (Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta) FACCIO PUBBLICAMENTE APPELLO ALLA MAGISTRATURA ITALIANA DI INTERVENIRE NEL PROCESSO IN CORSO CONTRO TUTTI GLI IMPUTATI DEL 15 OTTOBRE AFFINCHE’ VENGA GARANTITO UN EQUO PROCESSO”.Su internet troverai pochi siti, prevalentemente locali e delle aree di movimento di riferimento, che parleranno di quello che è accaduto il 1 settembre 2014. Forse perché rischiava e rischia di venire a galla, con tutti gli annessi e connessi aspetti, la sua vicenda e quello che ha subito. Forse perché un ragazzo ed un compagno, di 26 anni, che ha lottato contro il sistema, che ha subito una repressione pesante, che si uccide, non deve fare notizia, non deve essere notizia, ma solo silenzio, perché con il silenzio si dimentica ogni ingiustizia.  Wu Ming, con comprensibile rabbia, su twitter, ha scritto, dopo aver condiviso la triste notizia e dopo aver constatato il mancato recepimento da parte dei media: A quasi nessuno frega un cazzo del povero Leonardo #Chucky #Vecchiolla






Marco Barone
fonte foto: all'università d'Annunzio è spuntato uno striscione in memoria di Chucky chietitoday

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