Contro
il progetto e la provocazione storica, sociale, culturale, Ronchi dei
Partigiani, si è scatenato un putiferio prevalentemente fascistoide,
salvo qualche eccezione di cui comunque non si condivide la
valutazione storica e politica né dell'impresa di Fiume né di
D'Annunzio né del legame, in sostanza inesistente, tra i legionari e
Ronchi. Ora, nel sito il primato nazionale, viene pubblicata una intervista, definita
come esclusiva, ad “un membro attivo dell’Associazione d’arma
che raduna gli ex Granatieri, sotto la garanzia dell’anonimato" e
che pertanto hanno deciso di chiamare Luca. Bisogna interrogarsi sul perché dell'anonimato, cosa inspiegabile, forse. Dopo la tipica retorica di parte, si afferma che: “Nessuno ha mai detto
che la città venne direttamente coinvolta,( ndr Ronchi in riferimento ai legionari) ma il nome “dei Legionari” fu dato per ricordare la partenza dei Granatieri per Fiume.
Dunque, è una motivazione che non si riferisce ai Granatieri, è una motivazione nazionalista, irredentistica e fascista, visto che il cambio del nome è stato voluto, come primo atto e dopo pochi giorni dal suo insediamento, dal consiglio comunale fascista di quel tempo. Ma, in quell'articolo, l'anonimo ex granatiere, membro attivo dell'associazione di loro riferimento, ed attenzione non si tratta di una associazione qualsiasi, scrive : “Non vedo cosa c’entri l' italianizzazione forzata stante che Ronchi era già italiana”. Probabilmente
si è dimenticato(?) un pezzo di storia, o si vuole fare finta di non capire le connessioni, proprio quel pezzo di storia
che il revisionismo, in senso negazionista, vuole relegare nei
meandri dell'ignoranza e nel peggior oblio.
Quell'impresa,
condotta dal poeta guerrafondaio ed anche razzista verso i croati,
come ben hanno evidenziato alcune sue poesie in merito, ha anticipato il fascismo, ha posto le basi, legittimato
dall'irredentismo, dalla teoria dell'Italia fisica, dalla teoria della superiorità
della civiltà italiana rispetto a quella dei “barbari”, per
quelle violenze che sono poi venute nel confine orientale. Ed
infatti,quel tale Luca ex granatiere dovrebbe ricordare questa
circolare:
URGENTISSIMO
COMANDO
DELLA DIVISIONE DI FANTERIA “GRANATIERI DI SARDEGNA”
Ufficio
del Capo di S. M.
Sezione
operazioni e servizi
n.
5106 di prot. Op.
P.M.
81, 23
febbraio 1942 XX
OGGETTO:
Disarmo della popolazione di Lubiana
Alla
R. Questura di Lubiana
Al
comando 2 rgt. Granatieri
“ “ gruppo
CC.RR.
“ “ X
btg. R.G.F.
“ “ CC.
RR. divisionali
(...)
1)
– Le superiori autorità hanno ordinato il disarmo, manu militare,
della popolazione di Lubiana.
In
esecuzione a tale ordine mentre ho già
provveduto a recingere la città con un cerchio intransitabile di
truppa e di reticolato,
dispongo che a cura del II e III btg. del 1 rgt. Granatieri sia
iniziato, domattina, la perquisizione dei quartieri cui al lucido
allegato.
La
direzione delle operazioni è affidata al Comandante del 1 rtg.
Granatieri.
2)
Modalità:
chiusura,
in atto alle ore 8, dei quartieri indicati con cordone di truppa
intransitabili;
perquisizione
effettuata prevalentemente da CC. RR. Territoriali, da agenti di
P.S. e guardie di finanza, spalleggiati da piccoli reparti
granatieri, ben armati, secondo disposizioni di dettaglio che
impartirà sul posto il comandante del 1 rgt. Granatieri alla
caserma Vittorio Emanuele III a disposizione dei CC. RR.
divisionali.
I
viveri invece siano depositati presso l'Ente per l'alimentazione.
Tutti
i maschi, approssimativamente tra i 20 ed i 30 anni, non degenti,
siano fermati e portati per quartiere di Siska alla caserma del 13
rgt. Artiglieria e per il quartiere di Moste alla caserma del 2 rgt.
Granatieri, per la identificazione e successivo rilascio o arresto
da parte di organi di questo comando, della R. Questura e dei CC.
RR. Territoriali, secondo accordi verbali già intervenuti;
perquisizioni
a fondo ed estese specialmente a solai, cantine, sotteranei,
soffitte, giardini, magazzini, ecc per evitare evasioni di uomini,
rintracciare e sequestrare tutte le armi e munizioni di qualsiasi
specie, arrestando i detentori e requisire i viveri tenuti
abusivamente.
(...)
tutti
gli edifici, a qualunque impiego adibiti, debbono essere perquisiti.
Precedenza e particolare cura sarà data alla perquisizione delle
tipografie, onde accertare eventuali esistenze di pubblicazioni
sovversive;
tutti
i viandanti siano pequisiti e, se dell'età suindicata, portati
nelle caserme come sopra esposto.
3)
L'operazione di polizia avrà termine solo quando si sarà raggiunta
la garanzia assoluta che nei quartieri perquisiti non esistano armi o
ribelli.
(...)
IL
GENERALE DI DIVISIONE COMANDANTE
Oppure dovrebbe ricordare la “Circolare 3 C”, ordinata dal Comando superiore per la Slovenia e la Dalmazia con sede a Sušak in cui si specificava che:“se necessario all’ordine pubblico, si poteva provvedere a internare a titolo protettivo, precauzionale o repressivo individui, famiglie e anche intere popolazioni di villaggi e zone rurali, di famiglie di cui siano o diventino mancanti senza chiaro motivo maschi validi di età dai 16 ai 60 anni. Il razionamento a dette famiglie verrà ridotto al minimo indispensabile. Saranno internati anche gli abitanti di case prossime al punto in cui vengono effettuati sabotaggi”. Forse quel tale Luca dovrebbe ricordare l'operazione Primavera dove furono usate anche unità dei “Cacciatori delle Alpi”, della “Divisione Macerata”, dei “Granatieri di Sardegna” e della Guardia alla frontiera. Nei quasi 29 mesi di occupazione italiana a Lubiana e provincia vennero fucilati cinquemila civili, quasi mille furono i partigiani catturati e fucilati e, in base ai dati a disposizione presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, furono più di 20.000 i deportati civili sloveni internati nei campi di Arbe, Chiesanuova (Padova), Monigo (Treviso), Gonars (Udine) e Renicci di Anghiari (Arezzo). Il Prefetto della Provincia di Fiume Temistocle Testa firmava il proclama prot. n. 2796, emesso in data 30 maggio 1942, in cui si rendeva nota la punizione inflitta alle famiglie di presunti aderenti alle formazioni partigiane:
Si informano le popolazioni dei territori annessi che con provvedimento odierno sono stati internati i componenti delle suddette famiglie, sono state rase al suolo le loro case, confiscati i beni e fucilati 20 componenti di dette famiglie estratti a sorte, per rappresaglia contro gli atti criminali da parte dei ribelli che turbano le laboriose popolazioni di questi territori |
Sempre a quel Prefetto di Fiume venne consegnata questa relazione dal Commissario Prefettizio di Primano: Il giorno 4/6/1942/XX alle ore 13.30 furono incendiati da parte degli squadristi del II° Battaglione di stanza a Cosale le case delle seguenti frazioni del Comune di Primano: Bittigne di Sotto...,Bittigne di Sopra..., Monte Chilovi..., Rattecievo in Monte... [...] Durante le operazioni di distruzione ... è stata fatta una esecuzione in massa di n. 24 persone appartenenti alle frazioni di Monte Chilovi e Rattecevo in Monte. [...] poiché è da temersi una immediata rappresaglia, si prega vivamente di voler inviare con tutta sollecitudine dei rinforzi.
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Ecco un piccolo esempio di italianizzazione forzata che piaccia o non piaccia, senza dimenticare quello che poi è accaduto in Friuli Venezia Giulia, è strettamente connessa all'impresa di Occupazione di Fiume. Ma in quella intervista, Luca, l'anonimo ex granatiere a questa domanda: “Pensi che dall’Associazione granatieri di cui sei membro partiranno iniziative volte a tutelare la memoria storica dell’Impresa di Fiume?” risponde in questo modo: “Assolutamente si. So che l’Associazione a tutti i livelli sta verificando le fonti di questa notizia allucinante per poi lanciare una campagna di sensibilizzazione tra gli associati e simpatizzanti a livello di sezioni su tutto il territorio nazionale per tutelare quello che è un orgoglio e un vanto di noi Granatieri”. Cosa significa che l'associazione a tutti i livelli sta verificando le fonti di questa notizia allucinante? E' un messaggio? E' una sorta di avvertimento per i promotori e sostenitori di Ronchi dei Partigiani? Infine, dopo l'immancabile attacco all'ANPI, ricorda che “ è previsto, è in progetto, per il 2019 un pellegrinaggio da Ronchi del Legionari a Fiume dei Granatieri e di chiunque altro voglia unirsi a noi”. Certamente in quella sorta di pellegrinaggio nostalgico e quasi religioso, non ci uniremo noi, antifascisti, anche perché Ronchi non è dei legionari, non lo è mai stata e mai lo sarà ed auspichiamo che entro il 2019, e stiamo lavorando anche per questo, si provveda alla eliminazione del suffisso dei Legionari mantenendo solo Ronchi con l'aggiunta città dei partigiani,giusto riconoscimento alla vera storia partecipata, al vero coinvolgimento della città in quella parte di epoca che ha visto Ronchi in primissima fila nella lotta al nazifascismo.
Viva Ronchi dei Partigiani,
Viva Ronchi dei Legionari! Viva l'Italia!
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