Erano
quasi quattrocento nella loro prima uscita internazionale, a Vienna,
circa sette mila nel noto alabardato 15 settembre 2013, un migliaio a
dicembre 2013 e neanche cento il 10 febbraio 2014, giorno in cui
scadeva l'ultimatum del Movimento Trieste libera all'Italia. Battaglie
prevalentemente se non esclusivamente legalitarie, a colpi di
ricorsi, ma tutte, almeno sino ad oggi,andate a sbattere contro
l'ovvietà del muro della giustizia italiana. Nessun rapporto con i movimenti indipendentisti internazionali od italiani è
stato coltivato a dovere, nessuna battaglia sociale è stata
coltivata a dovere. Solo
ricorsi, ripetitivi, solito difetto di giurisdizione, tante volte
eccepito, che alla fine ritornava indietro con tanto di interessi, le
spese legali, ma le denunce, quelle sì, che le autorità italiane
hanno sollevato e condotto avanti, son rimaste . Certamente
vi è stata una sorta di attenzione da parte della magistratura, nei
confronti di questo movimento, a dir poco dura. Ogni respiro veniva
monitorato. Ogni atto veniva valutato e spesso sanzionato. Un
movimento che aveva mille potenzialità, che in quel noto 15
settembre ha visto scendere in piazza diverse soggettività ed
individualità, la maggior parte perché stufe del sistema Italia, perché Trieste è immobile, perché a Trieste no se pol un fico
secco.
Ma
la vera battaglia di questo movimento è il porto franco ed il porto
vecchio. A
maggio 2011 a Trieste verrà eletto come Sindaco Roberto Cosolini,
lista PD, dopo aver sconfitto al secondo turno il candidato del PDL.
Cosa pensava e pensa il PD sul porto vecchio? Porto e mare: Trieste
non può prescindere dal suo porto e dall’essere porto, e tutto il
territorio non può pensare ad uno sviluppo senza valorizzare il mare
come risorsa strategica. Restituire il porto vecchio alla città,
renderlo fruibile anche ai cittadini. Questa linea è quella che
verrà ancora oggi condotta da Cosolini e PD.
Il PDL invece era
diviso, infatti, da un lato avevi la parte più conservatrice,
quella di Camber, e dall'altro quella più moderata, di Antonione, il
compromesso è stato il cercare una collaborazione con l'Authority
portuale per conseguire interventi normativi nazionali sul porto
vecchio e punto franco. Qualche mese dopo la festa di settembre 2011
del TLT nascerà il Movimento Trieste Libera.
Il
vero scopo è bloccare la riqualificazione del porto vecchio e
destinare quell'area all'attività portuale magari con la
realizzazione del centro off
shore
. E
qui si scontrano due modelli di progettualità e di economia e di
lobby fortemente opposte. Il
MTL ha avuto, indirettamente o meno, come alleato l'Autorità
Portuale, e non a caso tra l'area politica dominante ora a Trieste
e l'Autorità Portuale, sussistono forti conflittualità, tanto che è
stata emanata nei giorni scorsi una velina vergognosa degna del
Ministero della Cultura popolare che aveva come scopo quella di
impedire ai giornalisti del Piccolo di presenziare ad una seduta del
comitato portuale. Il
nervosismo è alto, specialmente perché si avvicinano delle scadenze
fondamentali. La più importante è quella relativa al rinnovo della Presidenza
dell'Autorità Portuale. il Presidente dell’Autorità
portuale è nominato dal Ministro nell'ambito di una terna di
esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei
settori dell’economia dei trasporti e portuale designati
rispettivamente dalla Provincia, dai Comuni e dalle Camere di
Commercio la cui competenza territoriale coincide, in tutto o in
parte, con
la circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale.
Se le cose rimarranno come ad oggi, probabilmente sarà di area PD, e
certamente più favorevole a sostenere i processi di riqualificazione
del Porto Vecchio.
Contestualmente
a ciò si realizza una violenta crisi interna al Movimento Trieste
Libera. Espulsioni, allontanamenti, denunce pubbliche, gli uni che
sparano a zero contro gli altri, chi ci guadagna, in tutto ciò, è chiaramente l'area che si oppone a questo movimento e
conseguentemente che sostiene la “riqualificazione” del Porto
vecchio, chi ci perde sono tutti quelli che si sono illusi che a
Trieste il processo di indipendenza fosse possibile.
Mancavano numeri
determinanti per invocare l'autodeterminazione, neanche il 10 % della
popolazione è stato coinvolto da questo processo, mancava una
strategia di contrasto alla crisi sociale, mancava la proposizione di
un modello sociale chiaro e ben definito, idem per i diritti civili e
temi etici,la litania è stata sempre la stessa, ricorsi, che alla
fine hanno avuto il loro ordinario corso, la sconfitta.
Insomma,
un Movimento che implode, contestualmente a delle scadenze
fondamentali per l'economia di Trieste, non è un caso. Il
15 settembre 2014 questo Movimento dovrebbe invocare
l'autodeterminazione, ma se le cose continueranno così,
probabilmente a quella data ci arriveranno in cattivo modo e forse
chiuderanno una stagione politica significativa per Trieste, e si
anticiperà un nuovo corso, quello che si formalizzerà con la nomina
della nuova Presidenza dell'Autorità Portuale.
Insomma quello
dell'Autorità Portuale e del Movimento Trieste Libera sono due
destini incrociati, quanto volutamente è tutto da capire, ma gli
eventi lasciano ben intendere tutto ciò. Ovviamente vi è sempre la
via del caos, quel caos che potrebbe condurre ad instabilità e
rivolte, ciò dipende da tanti fattori, in primis da come si
svilupperanno le politiche comunitarie, la crisi nazionalista in
Ucraina, che eserciteranno, inevitabilmente, una influenza anche
sulla calda Trieste.
D'altronde
i processi di indipendenza non si conseguono con le passeggiate, ma
con atti rivoluzionari e le rivoluzioni, come la storia ha insegnato,
non si fanno con i fiorellini e neanche legittimando gli strumenti
che ti offre il tuo avversario o nemico, perché questa è solo una
illusione per chi è stato “magnetizzato” dall'idea dell'indipendenza, ed uno strumento per coloro che governano questi
processi con il solo scopo e solo fine di contrastare lobby
economiche e di potere e sostenere, forse anche inconsapevolmente, quelle lobby e quei poteri a cui
appartengono o con cui sono alleati. Uno scontro tra poteri che il
popolo, quel popolo che vuole solo giustizia sociale, prima o poi comprenderà e quando maturerà la piena consapevolezza del
tutto, quando comprenderà di essere stato solo, magari in buona
fede, uno strumento, si incazzerà seriamente, questa volta sì, con il Mesmer sociale di turno ed altro che vive la Trance...Comunque e senza dunque rimane sempre in piedi l'ipotesi elezioni amministrative, a Trieste, ma questa è altra storia, forse.
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