Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

Immagine
Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

44 anni per lo Statuto dei lavoratori e non delle lavoratrici

Il 27 maggio del 1970 veniva pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo Statuto dei Lavoratori. Per alcuni aspetti una importante conquista sociale, figlia di quel 68 che oggi giorno hanno attaccato su tutti i fronti, e per altri aspetti una concessione, con pochissimi mesi di discussione parlamentare, finalizzata a determinare la pacificazione sociale. Uno Statuto che nasce sotto il nome di una società maschilista, si parlerà sempre di lavoratori e mai di lavoratrici. Si dovrà attendere, per esempio, la Legge 9 dicembre 1977, n. 903 per ottenere alcune disposizioni importanti in tema di parità' di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. Ciò grazie alle lotte fondamentali dei movimenti femministi. In particolar modo l'articolo 13 che andava a modificare l'ultimo comma dell'articolo 15 della legge 20 maggio 1970, n. 300 in questo modo : "Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano altresi' ai patti o atti diretti a fini di discriminazione politica, religiosa, razziale, di lingua o di sesso".
Il riferimento riguarda le discriminazioni sul lavoro. In quel periodo, nel settore industriale, visto che lo Statuto veniva pensato in primis per la grande industria,  dominava il lavoro maschile e veniva privilegiato il lavoro maschile. Le donne erano collocate in una posizione di marginalità assoluta, da una mobilità perenne e stato di disoccupazione enorme. Società maschilista, che ancora oggi resiste e persiste, nonostante i tentativi, spesso pessimi, di invertire le rotte.
Statuto dei Lavoratori e non delle lavoratrici.
Cosa è mutato dal 1970 ad oggi? Che lo Statuto dei lavoratori è stato svuotato, raggirato. Si è verificata una sorta di parificazione, questa volta sì, tra la condizione del lavoro maschile a quella femminile nel capitolo della precarietà assoluta sia essa lavorativa che esistenziale. Ma a dirla tutta, anche all'interno della precarietà, la condizione femminile rischia di essere peggiore rispetto a quella maschile, per una moltitudine di fattori ben noti.


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot