Il
21 giugno 1921 colui che diventerà il dittatore fascista, Benito
Mussolini, pronuncerà le sue prime parole in una seduta
parlamentare. Dopo aver giurato in ritardo, insieme ad altre decine
di parlamentari, Mussolini, che grazie alla sua elezione evitò il
processo per i fatti del 1919, cospirazione e detenzione di
armi,pronuncerà un discorso duro, violento, ma nello stesso tempo
manifesterà grande riconoscenza a quel poeta amante della guerra dal
quale lo stesso Mussolini riceverà in consegna l'eredità della marcia su
Fiume che poi porterà alla marcia su Roma. Il
resoconto della Camera evidenzierà la grande attenzione che ruoterà
intorno alle parole di Mussolini, speso acclamate e condivise anche
da diverse approvazioni all'estrema destra“Non
mi dispiace, onorevoli colleghi, di iniziare il mio discorso da quei
banchi dell'estrema destra dove, nei tempi in cui lo spaccio della
Bestia trionfante aveva le sue porte spalancate ed un commercio
avviatissimo, nessuno osava più sedere. Vi dichiaro subito, con quel
sovrano disprezzo che ho di tutti i nominalismi, che sosterrò nel
mio discorso tesi reazionarie”.
Così
debutta alla Camera Benito Mussolini.
Rivendicherà
il carattere antidemocratico del suo discorso ed anche poco
parlamentare “Sarà quindi il mio un discorso non so quanto
parlamentare nella forma, ma nettamente antidemocratico e
antisocialista nella sostanza (Approvazioni
all' estrema destra),
e quando dico antisocialista, intendo dire anche antigiolittiano
perchè
non mai come in questi giorni fu assidua la corrispondenza d'amorosi
sensi tra l'onorevole Giolitti e il gruppo parlamentare socialista”.
Intimerà ai
parlamentari di non interromperlo annunciando che dal quel momento lui
userà poco la sua libertà di parola, lasciando intendere che alle
parole seguiranno i fatti che poi la storia ha in modo nefasto ben
conosciuto.
“Vi prego di non interrompermi perché io non
interromperò mai nessuno, e aggiungo fin da questo momento che farò
un uso assai parco in questo ambiente della mia libertà di parola”. Rivendicherà
sin dall'inizio la violenza del primo fascismo “La fiera
campionaria fu voluta dalla Camera di commercio di Bolzano, nido di
pangermanisti con esclusione di ditte italiane, tanto vero che
gl'inviti furono fatti solo in lingua tedesca e durante il periodo
della fiera una banda bavarese in costume suonò continuamente. Vengo
ai fatti del 24 aprile quando una bomba fascista giustamente
collocata a scopo di rappresaglia e per la quale rivendico la mia
parte di responsabilità morale ( Vìve
approvazioni — Commenti) segnò
il limite al di là del quale il fascismo non intende che vada
l'elemento tedesco”.
Ed
arriverà l'omaggio a D'Annunzio ed all'impresa di occupazione di
Fiume “ Nel discorso della Corona si parla di Alpi che scendono al
Quarnero. Ora, si desidera sapere se queste Alpi comprendono Fiume o
l'escludono. Io deploro che nel discorso della Corona non ci sia
stato un accenno all'azione esplicata da Gabriele D'Annunzio e dai
suoi legionari (Applausi
all'estrema destra),
senza la quale noi oggi saremmo col confine al Monte Maggiore e non
già al Nevoso.Un tale accenno era generoso ed anche politicamente
opportuno.(…) Sempre in tema adriatico, o signori del Governo, non
possiamo dimenticare, noi che parliamo per la prima volta in
quest'Aula, il contegno, che avete tenuto di fronte all'impresa di
Fiume ; non possiamo dimenticare che voi avete attaccato Fiume alla
vigilia di Natale, utilizzando anche i due giorni di sospensione di
tutti i giornali ; non possiamo dimenticare che avete imposto
l'accettazione del Trattato di Rapallo con un atto di violenza e di
crudeltà raffinata. Quando il 28 dicembre il generale Ferrario disse
che « non poteva sospendere l'ordine di esecuzione del
bombardamento, che avrebbe raso al suolo Fiume », quel generale e il
Governo, che gli ordinava di agire in tal modo, si misero un poco
fuori dai limiti della coscienza e della dignità nazionale.Avete
posto un coltello al collo di Fiume, ma non avete risolto il problema
di Fiume” Ed il suo discorso dopo aver affrontato varie questioni,
dalla massoneria, al sindacato, ai confini, insomma una mera
anticipazione del suo primo progetto politico, dirà “Siamo in un
periodo decisivo ; lealtà per lealtà, prima di deporre le nostre
armi, disarmate i vostri spiriti”.
Gli
spiriti furono e vennero in modo incosciente disarmati, ma il fascismo,ahimè, non depose le armi.
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