C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il Primo discorso di Mussolini alla Camera, tra elogi a D'Annunzio e bombe rivendicate



Il 21 giugno 1921 colui che diventerà il dittatore fascista, Benito Mussolini, pronuncerà le sue prime parole  in una seduta parlamentare. Dopo aver giurato in ritardo, insieme ad altre decine di parlamentari, Mussolini, che grazie alla sua elezione evitò il processo per i fatti del 1919, cospirazione e detenzione di armi,pronuncerà un discorso duro, violento, ma nello stesso tempo manifesterà grande riconoscenza a quel poeta amante della guerra dal quale lo stesso Mussolini riceverà in consegna l'eredità della marcia su Fiume che poi porterà alla marcia su Roma. Il resoconto della Camera evidenzierà la grande attenzione che ruoterà intorno alle parole di Mussolini, speso acclamate e condivise anche da diverse approvazioni all'estrema destraNon mi dispiace, onorevoli colleghi, di iniziare il mio discorso da quei banchi dell'estrema destra dove, nei tempi in cui lo spaccio della Bestia trionfante aveva le sue porte spalancate ed un commercio avviatissimo, nessuno osava più sedere. Vi dichiaro subito, con quel sovrano disprezzo che ho di tutti i nominalismi, che sosterrò nel mio discorso tesi reazionarie”.
Così debutta alla Camera Benito Mussolini.
Rivendicherà il carattere antidemocratico del suo discorso ed anche poco parlamentare “Sarà quindi il mio un discorso non so quanto parlamentare nella forma, ma nettamente antidemocratico e antisocialista nella sostanza (Approvazioni all' estrema destra), e quando dico antisocialista, intendo dire anche antigiolittiano perchè non mai come in questi giorni fu assidua la corrispondenza d'amorosi sensi tra l'onorevole Giolitti e il gruppo parlamentare socialista”.
Intimerà ai parlamentari di non interromperlo annunciando che dal quel momento lui userà poco la sua libertà di parola, lasciando intendere che alle parole seguiranno i fatti che poi la storia ha in modo nefasto ben conosciuto. 
“Vi prego di non interrompermi perché io non interromperò mai nessuno, e aggiungo fin da questo momento che farò un uso assai parco in questo ambiente della mia libertà di parola”. Rivendicherà sin dall'inizio la violenza del primo fascismo “La fiera campionaria fu voluta dalla Camera di commercio di Bolzano, nido di pangermanisti con esclusione di ditte italiane, tanto vero che gl'inviti furono fatti solo in lingua tedesca e durante il periodo della fiera una banda bavarese in costume suonò continuamente. Vengo ai fatti del 24 aprile quando una bomba fascista giustamente collocata a scopo di rappresaglia e per la quale rivendico la mia parte di responsabilità morale ( Vìve approvazioni — Commenti) segnò il limite al di là del quale il fascismo non intende che vada l'elemento tedesco”.

Ed arriverà l'omaggio a D'Annunzio ed all'impresa di occupazione di Fiume “ Nel discorso della Corona si parla di Alpi che scendono al Quarnero. Ora, si desidera sapere se queste Alpi comprendono Fiume o l'escludono. Io deploro che nel discorso della Corona non ci sia stato un accenno all'azione esplicata da Gabriele D'Annunzio e dai suoi legionari (Applausi all'estrema destra), senza la quale noi oggi saremmo col confine al Monte Maggiore e non già al Nevoso.Un tale accenno era generoso ed anche politicamente opportuno.(…) Sempre in tema adriatico, o signori del Governo, non possiamo dimenticare, noi che parliamo per la prima volta in quest'Aula, il contegno, che avete tenuto di fronte all'impresa di Fiume ; non possiamo dimenticare che voi avete attaccato Fiume alla vigilia di Natale, utilizzando anche i due giorni di sospensione di tutti i giornali ; non possiamo dimenticare che avete imposto l'accettazione del Trattato di Rapallo con un atto di violenza e di crudeltà raffinata. Quando il 28 dicembre il generale Ferrario disse che « non poteva sospendere l'ordine di esecuzione del bombardamento, che avrebbe raso al suolo Fiume », quel generale e il Governo, che gli ordinava di agire in tal modo, si misero un poco fuori dai limiti della coscienza e della dignità nazionale.Avete posto un coltello al collo di Fiume, ma non avete risolto il problema di Fiume” Ed il suo discorso dopo aver affrontato varie questioni, dalla massoneria, al sindacato, ai confini, insomma una mera anticipazione del suo primo progetto politico, dirà “Siamo in un periodo decisivo ; lealtà per lealtà, prima di deporre le nostre armi, disarmate i vostri spiriti”.

Gli spiriti furono e vennero in modo incosciente disarmati, ma il fascismo,ahimè, non depose le armi.


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