Ci
siamo.
Finalmente.
Il
14 aprile 2014, dopo quasi un secolo, Ronchi, anche con la formalità,
con atto tanto simbolico quanto fondamentale per la cultura
antifascista e per la dignità di una intera comunità e soprattutto
per rispetto di tutti quelli che si sono battuti, anche al prezzo
della propria vita, contro il fascismo, revocherà la cittadinanza
onoraria al duce.
Breve
riepilogo.
Il
15 novembre 2013 provvedevo ad inoltrare al Comune di Ronchi una
richiesta volta ad avere conferma o meno sulla esistenza della
cittadinanza onoraria a Mussolini.
Ciò
perché, in base agli atti storici, risultava che il 4 ottobre del
1923 il Consiglio comunale popolar-fascista, decideva di modificare,
solo dopo due settimane dal suo insediamento, la modifica del nome di
Ronchi in Ronchi dei Legionari. Per la storia e la critica alla
denominazione a Ronchi dei Legionari rinvio a questo scritto. Da
Ronchi «dei Legionari» a Ronchi dei Partigiani. Di cos’è il nome
un nome?
(A tal proposito anticipo già da ora che il 14 giugno 2014, in orario
pomeridiano, a Ronchi dei Partigiani, come mi piace chiamare Ronchi e
come forse sarebbe anche giusto chiamare Ronchi, si svolgerà un
convegno, con la partecipazione di importanti relatori, che partirà
proprio dalla riflessione e provocazione storica e culturale come
nata dall'intervento ora linkato. Seguiranno prossimamente notizie.)
Il
17 maggio del 1924 il Consiglio Comunale a maggioranza fascista di
Ronchi si riunirà in seduta straordinaria e deciderà di
deliberare di nominare Benito Mussolini «cittadino onorario di
Ronchi di Legionari». Il 2 novembre del 1925, con il Regio
Decreto firmato da Rocco e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n°
283 del 5 dicembre, il governo ufficializzò il nome «Ronchi dei
Legionari».
E' evidente il
nesso che sussiste tra la denominazione dei Legionari e la
cittadinanza onoraria a Mussolini.
Il
governo fascista tardava nell'attuare ed autorizzare il cambio della
denominazione di Ronchi in Ronchi dei Legionari.
Necessitava
di un mero atto di devozione, di fedeltà, di omaggio.
Nulla
di meglio che riconoscere Mussolini come cittadino onorario. Così
come accadrà in centinaia di Comuni italiani, da Nord a Sud, da Est
a Ovest, ma con fini diversi, rispetto al vero motivo che può aver
indotto il Comune di Ronchi a conferire la citata cittadinanza,
ovvero uno strumento per conseguire il cambio della denominazione ma
nello stesso tempo per dimostrare fedeltà al duce ed al fascismo.
Passano
gli anni, la storia muta, e, contestualmente all'iniziativa di Ronchi
ed all'apertura come manifestata dal Sindaco, e da varie forze
politiche come il PRC ed ovviamente da parte dell'ANPI, in Italia,
casualmente o meno, si muoverà qualcosa.
Un piccolo effetto domino antifascista?
Forse no, forse sì, ma l'importante è che qualcosa di ben definito si sia mobilitato.
Saranno
diversi i Comuni che inizieranno a porsi il problema, saranno diversi
i Comuni ad attivarsi, specialmente grazie agli impulsi dell'ANPI,
per revocare ciò che non può che essere revocato.
Onore.
Quale
Onore al duce?
Di
norma, ma anche per norma statuaria,la cittadinanza onoraria è un
riconoscimento onorifico
nei confronti dei cittadini italiani o stranieri, non residenti nel
Comune considerato e che si siano particolarmente distinti per il
loro impegno morale, civile, culturale, sportivo e religioso e che
abbiano instaurato rapporti con la città ed i suoi abitanti, dando
lustro alla stessa e/o favorendo la conoscenza del territorio e del
suo patrimonio storico, artistico, culturale ed ambientale a
livello nazionale ed internazionale. La
cittadinanza onoraria è intesa anche come attestato di stima e di
gratitudine da parte del Comune, nei confronti di una personalità
che si sia particolarmente distinta
nei diversi settori della società.
Molti,
obietteranno, ma la storia è storia, la cittadinanza onoraria non
deve essere revocata perché deve rimanere agli atti l'errore storico
commesso.
No,
non si tratta di errore storico commesso.
La
cittadinanza onoraria, come riconosciuta al duce, era espressione di
quel particolare momento storico, del Paese fascista, di uno Stato
fascista. Ma, come ribadito più volte, la storia cammina, non si
ferma. Mutano gli eventi, mutano le condizioni, muta lo stato di
consapevolezza., muta la società e mutano le condizioni che possono
determinare la simbiosi tra forma e sostanza. La forza
dell'antifascismo ed antinazifascismo è stata determinante per far
scattare la molla del riscatto per milioni di italiani.
Riscattarsi
vuol significare non ripetere, sì in questo caso, più simili
tragedie, riscattarsi significa evitare che possano maturare
condizioni fertili per nuovi fascismi.
Antifascismo.
Quanta
sofferenza, quanta resistenza, quanto inimmaginabile azione e
reazione e concezione si cela dietro la parola antifascismo.
Eppure
l'antifascismo vi è stato.
Sembra
così facile parlare oggi di antifascismo.
Eppure
il solo prefisso dell'avversione dell'attitudine che si oppone al
dominio del regime che soffocava ogni esistenza umana dovrebbe
indurre senso di vivo ed infinito rispetto per coloro che al prefisso
anti hanno aggiunto fascismo, aggiunto con il sogno,anche per un solo
fugace rapido e sbrigativo sorso di speranza e sospiro di libertà.
Libertà,
astratta, astrazione, che l'antifascismo ha cercato di strappare
all'ideale per condurla per le vie, strade e contrade di campagne e
città, ovvero nella vita reale. Rimuovere
la memoria renderà gli individui dipendenti dagli eventi ed in balia
della casualità.
Ma rimuovere la cittadinanza onoraria a Mussolini non significa rimuovere la memoria, ma semplicemente armonizzare la dignità con il rispetto. Anzi, l'aver sollevato il problema, che è un problema e che ha una sola soluzione, ovvia, ha dato la possibilità di riaprire, a livello storico, pagine in parte rimosse e forse neanche conosciute da molti cittadini. Che ora invece conosceranno. Che ora invece capiranno.
Il
riconoscimento della cittadinanza onoraria a Mussolini non può
essere liquidato semplicemente come un mero errore, perché per
errore si intende sviare dalla retta via, ma in quel tempo quell'atto
venne visto come la retta via dalla società prevalente e dominante
in Italia. Oggi non è più così. La cittadinanza onoraria a
Mussolini è incompatibile ed inconciliabile con l'antifascismo che
ha visto Ronchi in prima fila, che ha visto a Selz la nascita della
Brigata proletaria primo gruppo,
di resistenza armata, nato contro il nazifascismo ;
è inconciliabile ed incompatibile con quella libertà che Ronchi è
riuscita a conquistare opponendosi al regime.
Sarebbe, invece, un
grave errore, non revocarla, perché la retta via oggi è
l'antifascismo e la città di Ronchi merita rispetto e rispetto
significa stracciare via quell'atto ignobile senza perdere più tempo
alcuno.
Va
rimossa, punto.
Verrà
rimossa, punto.
Si
chiuderà il 14 aprile 2014 una pagina formale, ma anche sostanziale,
di storia.
Anzi, a dirla tutta, con la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, si chiuderà definitivamente la pagina del fascismo.
Discussioni,
alzata di mano, e votazione.
E
poi, aria, aria di libertà per un nuovo 25 aprile che non
dimenticheremo.
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